La vittoria contro lo Sheriff di martedì sera ha convinto anche Fulvio Collovati. L'ex Inter dal 1982 al 1986 ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di calciomercatointer.eu. Riportiamo di seguito le parole principali:

Collovati, la vittoria contro lo Sheriff ha ridato nuova fiducia all'ambiente?

"Vincere in casa contro lo Sheriff era fondamentale, perché ha dato nuove speranze di qualificarsi in Champions. Martedì ser ahanno vincto dominando la partita, con il rischio di fare anche più dei tre gol finali. Se giochi così, puoi vincere là a casa loro. Se c'era un minimo di preoccupazioe per i passaggio del turno, questo l'ha un po' diminuito".

In vista della partita di domanica sera con la Juve ora cosa vuol dire questa vittoria?

"In chiave Juve vuol dire tanto, perché hai più carica. Su Dzeko puoi fare affidamento, così come anche su alcuni che prima erano dei punti interrogativi come Vidal".

A propostio di Vidal, fino all'altra sera sembrava un separato in casa, ma con il gol si è ripreso la scena. Ora può essere un jolly importante per la lunga stagione?

"Sicuramente è un valore aggiunto. Nessuno discute che Vidal sia un buon giocatore, forse lo sono i comportamenti fuori dal campo e gli infortuni frequenti. Credo comunque che un'alternanza con anche lui nel centrocampo dell'Inter fa bene alla squadra perché così uno respira. La stagione è ancora lunga".

Lei da ex difensore come giudica Dimarco nei tre centrali dietro? E' una buona mossa?

"Sinceramente lo preferisco da esterno sinistro. In quel ruolo ha la licenza di attaccare dalla fascia, cosa che sa fare bene. Tuttavia credo sia un titolare aggiunto con il contributo che sta dando. Doveva essere un giocatore di passaggio e invece...".

Degli acquisti di quest'anno, secondo Lei chi è più indietro tra Calhanoglu, Correa, Dzeko e Dumfries?

"Su Correa non si possono dire tante cose, avendo giocato ancora poco. Io penso che quello ancora indietro sia Dumfries. Anche nella partita di martedì sera a tratti si è rivelato un po' impacciato. Deve essere meno grezzo, lavorare meglio nei dettagli. Tutti hanno ancora il ricordo vivo di Hakimi, ma sono giocatori diversi. Gli serve tempo per migliorarsi, credo che lo farà proprio come Hakimi l'anno scorso. Solo in Italia s'impara a difendere bene".

Per alcuni l'attaco dell'Inter è corto. Pensa che a gennaio possa arrivare qualche innesto a rinforzarlo e dare delle alternative?

"Può darsi che succeda, ma è molto difficile. In questo momento il calcio italiano ha molte società in difficoltà, che devono pensare prima di tutto ai propri bilanci. Solitamente il mercsto invernale era quello di riparazione che apportava qualche ritocco, ma nulla di più. Ci sarà magari qualche scambio, ma di soldi in giro ce ne sono pochi".

Domenica ci sarà il big match contro la Juve. Lei una volta segnò proprio in una partita, che vinceste a mani basse. Che cosa si prova?

"In quella partita vincemmo 4-0. Io segnai il secondo gol. La rivalità Inter-Juve c'è sempre stata, ma negli anni si è accentuata, tra polemiche varie. E' una classica che ragala grandi emozioni. io poi ho vissuto le sfide sia con l'Inter che con il Milan".

Che cosa si aspetta dalla partita di domenica?

"E' difficile fare una previsione. Sono partite in cui succede di tutto. Non c'è mai un risultato esatto. Sopratutto quest'anno dove mi sembra che la Juve sia un po' in difficoltà. E' vero che si sta riprendendo a forza di 1-0, ma bisogna vedere fin dove arriva con questo ritmo. Dall'altra l'Inter, pur venendo da una sconfitta contro la Lazio, è una squadra che fa tanti gol".

Dunque, crede che l'Inter deve scendere in campo con lo stesso cinismo dimostrato martedì sera con lo Sheriff?

"Non è questione di cinismo o meno. Quando arriva il momento di scendere in campo contro la juve ti viene già naturale essere carichi. Devi fare la partita perfetta, soprattutto quando devi giocare con la squadra che ha dominato il calcio italiano negli ultimi anni. Quest'anno poi con il pubblico tornato allo stadio è un'arma in più. Le partite a porte chiuse sono più degli allenamenti".

Quest'anno il campionato sembra finora equilibrato, ma alla lunga chi pensa che ha il fiato per tenere testa alla classifica?

"Ovviamente la Juventus e le milanesi le vedo in competizione. Si sta sottovalutando il Napoli, ma è sbagliato. Finora ha preso solo tre gol e fatto 24 punti. Non è un caso. La squadra è in buona salute. Tutti sono entusiasti, forse ache per via del nuovo allenatore. Dietro hanno una difesa ben rocciosa, fatta dai centrali Koulibaly e Rahmani. A centrocmpo fabian Ruiz trasformato in regista, Anguissa fa il Gattuso della situazione. E poi il Napoli ha tante mezze punte: Politano, Insigne, Zielinski, Lozano che servono una punta molto forte quale Osimhen. Segna di testa, con i piedi, fa scatti incredibili. Insomma, quel ragazzo è una forza della natura".

Sul fronte societario invece, come pensa che andrà a finire la trattativa con Pif?

"Premetto che io non sono molto a favore dei fondi, anche se ormai sono entrati appieno nel calcio. In Italia diverse squadre sono in mano a un fondo: Milan, Spezia, ora anche l'Inter di fatto con Oaktree. In generale, ritwengo che la proprietà deve essere presente sia in camopo che fuori per dare le giuste garaznie ai progetti sportivi di una squadra. Vedi gli Agnelli con la Juve, idem De Laurentiis con il Napoli. Entrambe le accomuna la stabilità.Le società devono avere alle spalle delle proprietà stabili. Sul futuro dell'Inter non sono in grado di fare previsioni, ma non credo che in questo momento Suning ormai possa dare garanzie. L'Inter ha bisogno di un acquirente".

Senza un nuovo acquirente, i tifosi rischiano di veder partire i giocatori più forti verso altri club secondo Lei?

"Per forza. Altrimenti tutti gli anni si assisterebbe alla stessa scena di quest'estate, con gli Hakimi e i Lukaku di turno ad essere sacrificati per i bilanci. E viene da chiedersi: chi potranno essere i prossimi a partire?".

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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