Paolo Orlandoni (dietro) in allenamento con Júlio César (fonte: Instagram)
Paolo Orlandoni (dietro) in allenamento con Júlio César (fonte: Instagram)

Due settimane fa l’Inter ha sollevato la Supercoppa italiana dopo aver battuto il Milan per tre reti a zero. Nei giorni a ridosso del match, come sempre accade, sono state svariate le statistiche e le curiosità che sono state citate dai media. Tra queste, una riguardava Paolo Orlandoni. Lo storico terzo portiere dell’Inter del Triplete, infatti, conta nel suo palmares ben cinque supercoppe: quattro vinte ai tempi dell’Inter (2005, 2006, 2008, 2010), una sollevata quando era in forza alla Lazio (2000). Un risultato di per sé già ottimo (se si conta che solo Buffon con sette e Stanković con sei hanno vinto di più). Ma la particolarità del primato va oltre il mero numero di trofei in bacheca: Orlandoni, infatti, ha vinto senza mai scendere in campo.

C’è però un altro primato non da poco detenuto dal portiere sudtirolese e che non è stato messo in luce.

Una carriera in giro per l’Italia

Nato a Bolzano nel 1972, Paolo Orlandoni passa alle giovanili dell’Inter dopo aver mosso i primi passi nelle formazioni locali de La Torre e della Virtus Don Bosco. Il debutto in prima squadra non arriva, ma il portiere è inserito comunque nella rosa della stagione 1990-1991. Dopo questa esperienza, l’estremo difensore girerà tutta Italia: Mantova, Leffe, Casarano e Pro Sesto in serie C, poi Ancona e Foggia in B e una nuova stagione in terza serie all’Acireale. 

Da qui Orlandoni passa alla Reggina e con la maglia amaranto si toglie non poche soddisfazioni: nella stagione 1998-1999, infatti, Orlandoni si regala, da titolare, la promozione in Serie A, la prima della squadra calabrese. Con la stessa maglia, l’anno seguente fa il suo esordio nel massimo campionato italiano. Dopo mezza stagione passa al Bologna come secondo portiere, mentre l’anno successiva si trasferisce alla Lazio.

I biancocelesti nel 2000 sono uno squadrone: Salas, Crespo, Mihajlović, Nesta, Simeone, Verón e Nedvěd sono solo alcuni dei compagni di Orlandoni. Chiuso da due mostri sacri del ruolo come Marcheggiani e Peruzzi, il futuro terzo di Mourinho gioca una sola partita, in campionato, con la maglia della Lazio. Ma, nonostante questo, vince la già citata Supercoppa italiana.

Il ritorno a un ruolo da protagonista si ha però nelle quattro stagioni successive quando passa al Piacenza e colleziona 74 presenze tra A e B.

A quel punto, a 33 anni, il ritorno all’Inter.

Un record condiviso con Zanetti

Il suo ruolo, appena giunto a Milano, è subito chiaro: terzo portiere dietro alla stella Júlio César e alla bandiera Francesco Toldo. Orlandoni si accomoda in panchina, ma non per questo si rilassa: quando viene chiamato in causa nelle successive sette stagioni, risponde sempre presente. Sono sei le partite nelle quali scende in campo: quattro in campionato, una in coppa Italia e una addirittura in Champions League nella stagione 2010-2011, competizione nella quale fa il suo esordio a 38 anni.

A Milano, la sua bacheca si arricchisce di svariati trofei: cinque scudetti, tre coppe Italia, le quattro supercoppe delle quali si è parlato prima, un mondiale per club e la Champions League vinta con Mourinho. E proprio questo trofeo lo fa entrare in un ristrettissimo gruppo di vincenti particolari.

Nella stagione 1990-1991, infatti, l’Inter di Trapattoni solleva la Coppa Uefa sconfiggendo la Roma di Ottavio Bianchi. Paolo Orlandoni, ufficialmente in rosa in quella stagione insieme ai compagni di reparto Walter Zenga, Astutillo Malgioglio e Luciano Bodini può quindi fregiarsi della vittoria del titolo.

Insomma, Orlandoni a distanza di vent’anni solleva i due principali trofei europei con la maglia dell’Inter. Un risultato eguagliato solo da Javier Zanetti, l’unico calciatore in rosa nella stagione 1997-1998, quando l’Inter di Simoni batté la Lazio nella finale di Parigi. A onor del vero, anche Beppe Baresi, che vinse la UEFA proprio con Orlandoni, ha sollevato entrambi i trofei, ma il secondo, la Champions League 2010, da vice-allenatore e non da calciatore. Anche in questo secondo caso, Baresi ha vinto insieme a Orlandoni, ancora in campo in quella che sarà la sua penultima stagione.

Un recordman silenzioso. Come quando giocava da terzo portiere.

Federico Sanzovo


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