Ricky Alvarez con la maglia dell'Inter (Instagram)
Ricky Alvarez con la maglia dell'Inter (Instagram)

Le notti di coppa hanno un sapore speciale, per tutti. Sarà per l’ambientazione con lo stadio in notturna tutto illuminato. Sarà per la musichetta ormai entrata nella leggenda. Sarà per gli avversari, spesso fortissimi altre volte sconosciuti, provenienti da luoghi lontani. Sarà per la qualificazione che va sudata l’anno prima. Sarà per il fatto di essere una perfetta scappatoia infrasettimanale, una sera di evasione tra una giornata al lavoro e l’altra. O sarà semplicemente per tutte queste cose messe insieme. Sarà quel che sarà, ma le partite di Champions erano, sono e, si spera, sempre saranno particolari.

Di solito, in queste competizioni, ci si aspetta il guizzo del campione, il numero del funambolo di turno, spesso è così: i grandi giocatori si esaltano sui grandi palcoscenici, come degli attori. A volte, però, le cose non vanno proprio come ci si aspetta e a salire in cattedra (o semplicemente a salvare capra e cavoli) sono calciatori, per così dire, “inattesi”: difensori che si reinventano goleador per una notte, rincalzi che diventano eroi. E nella storia recente dell’Inter, più di una volta ci si è dovuti affidare proprio a loro.

Gol italiani: Fabio Cannavaro e Domenico Morfeo

Nella prima stagione post-Ronaldo, Héctor Raúl Cúper viene confermato sulla panchina dell’Inter. Dopotutto, nonostante i dissapori con il Fenomeno e lo scudetto perso in maniera drammatica all’ultima di campionato, il tecnico argentino ha riportato i nerazzurri a lottare per il titolo. Dal mercato arrivano, tra gli altri, due nuovi innesti italiani: Fabio Cannavaro e Domenico Morfeo. Entrambi conoscono un avvio di stagione sotto le (decisamente alte) attese e faticano a inserirsi nell’undici del tecnico argentino.

Cannavaro viene da un’esperienza ad altissimi livelli nel Parma: ci si aspetta che un giocatore di questo livello, alla prima di Champions, faccia sfaceli. E invece, il futuro capitano della Nazionale, si fa buttare fuori per un doppio giallo contro i norvegesi del Rosenborg. Cannavaro si rifà al rientro, dopo una giornata di squalifica: deviazione su angolo di Recoba e gol del momentaneo pareggio contro il Lione. Peccato che, appena sette minuti dopo, i francesi portino la partita sul 2-1 e tornino a casa con i tre punti.

In quella stessa stagione, Domenico Morfeo sembra essere al momento della svolta: dopo anni di carriera passati a girovagare per l’Italia, ecco la chiamata dell’Inter che gli affida anche la maglia numero 10. Purtroppo, la carriera in maglia nerazzurra del trequartista abruzzese durerà solo per l’annata 2002/2003: segnerà due gol, uno in Champions contro il Newcastle al secondo minuto di gioco, l’Inter vincerà quella partita e arriverà fino alle semifinali, “perse” per il doppio pareggio contro il Milan poi campione.

Il “bomber” Lele Adani

Dopo aver chiuso l’annata ancora secondo, Cúper rimane alla guida dell’Inter ma, nonostante la storica vittoria per 3-0 a Highbury contro l’Arsenal, viene licenziato dal presidente Moratti per lo scarso rendimento in campionato e il sempre più difficile rapporto con lo spogliatoio. A subentrargli è Alberto Zaccheroni che, oltre alla pesante vendetta dell’Arsenal (1-5 a San Siro), subì anche l’eliminazione prematura dalla Champions League. Nell’ultima partita contro la Dinamo Kiev a nulla vale il gol del difensore centrale Lele Adani: gli ucraini infatti riescono a pareggiare a cinque minuti dalla fine e decretano l’eliminazione dei nerazzurri.

Gol dal Sudamerica: Pizarro, Jiménez e Mancini

Dopo una stagione senza sorprese per quanto riguarda il tabellino dei marcatori europei, ecco l’annata 2005-2006 che parte subito con una novità. A centrocampo, infatti, arriva dall’Udinese il talentuoso centrocampista cileno David Pizarro. La carriera del sudamericano a Milano durerà un solo anno nel quale il giocatore segnerà tre gol, uno per competizione (se si esclude la Supercoppa Italiana, ndr). La rete europea arriva in casa, il 28 settembre 2005 ed è decisiva: i ragazzi di Roberto Mancini, infatti, guadagnano i tre punti grazie all’1-0 sugli scozzesi dei Rangers. I nerazzurri, in quella stagione, arriveranno fino ai quarti di finale: ad eliminarli sarà la sorpresa Villarreal, nella partita di andata per il Sottomarino giallo segnerà Diego Forlán, che qualche anno dopo giocherà, con pessimi risultati, proprio nell’Inter.

Per trovare un altro gol “inaspettato” bisogna invece saltare alla stagione 2007-2008: l’Inter affronta i turchi del Fenerbahçe in casa. Dopo lo 0-0 del primo tempo, gli attaccanti nerazzurri Cruz e Ibrahimovic stendono gli avversari in undici minuti esatti (55° e 66°). Ad arrotondare il risultato ci pensa un altro cileno Luis Jiménez che timbra il cartellino nel recupero (92°) in quella che sarà la sua unica rete in Champions della carriera (ne segnerà qualcuno in ACF, la versione asiatica della Coppa Campioni, continente nel quale trascorrerà molti anni della sua carriera).

E sempre sudamericano, ma questa volta a rappresentare i colori del Brasile, è il primo gol della stagione successiva. Non il primo gol inaspettato in Europa, ma proprio la prima rete dell’annata europea della nuova Inter targata José Mourinho. Amantino Mancini, centrocampista che aveva fatto molto bene alla Roma, passa all’Inter per 13 milioni più bonus. La partenza, come detto, è con il botto: gol alla prima in Champions League contro i greci del Panathīnaïkos al 27°. Il seguito della sua esperienza all’Inter, invece, sarà un disastro: appena 36 presenze in due stagioni (intervallate da un triste prestito al Milan) e appena un gol. Sì, proprio quello alla prima di Coppa. Fatto curioso, come per Forlán, anche in questo caso a contribuire all’eliminazione dell’Inter ci penserà un futuro…(in)dimenticabile: nella doppia sfida agli ottavi contro il Manchester United, il difensore dei Red Devils Nemanja Vidić aprirà le danze al 4° minuto nel 2-0 che butterà fuori i Nerazzurri.

Sempre Sudamerica…ma questa volta è Argentina: Pupi, Zárate e Ricky Álvarez

Dopo la straordinaria stagione del Triplete, si tornano a contare le sorprese nelle notti europee: nel 2010/2011 l’Inter affronta il Tottenham, nonostante l’impossibilità a bloccare uno straripante Gareth Bale (autore di una tripletta), l’Inter vince la partita. A segnare il primo gol del match (terminato 4-3) è il capitano, Javier Zanetti: l’argentino, in quel momento, diventa il più anziano marcatore di sempre della Champions League. Un record poi superato da Inzaghi e Totti.

Altri due argentini sono protagonisti, l’anno successivo, di due gol davvero poco attesi, nonostante le posizioni offensive ricoperte in campo. Mauro Zárate, di professione attaccante, dopo le buone prestazioni con la maglia della Lazio delude a Milano. Segna appena tre gol in 31 partite, uno di questi però è in Coppa Campioni e vale la vittoria, fondamentale, contro il CSKA Mosca. Dopo la sconfitta contro il Trabzonspor, infatti, l’Inter è alla disperata ricerca dei tre punti: segnano Lúcio (6°) e Pazzini (23°), sembra una partita semplice ma ecco che i russi prima accorciano le distanze (nel recupero del primo tempo) e poi pareggiano al 77° con Wagner Love. Potrebbe essere la definitiva mazzata psicologica, ma Zárate trova il gol subito (79°) regalando la vittoria ai suoi. Dopo la doppia vittoria con il Lille è la volta di Ricky Álvarez tentare l’attacco allo Stadio Hüseyin Avni Aker di Trebisonda: l’argentino, che deluderà nelle sue stagioni all’Inter, segna il suo unico gol in Champions al 18°. L’Inter verrà ripresa pochi minuti dopo da Altintop, senza riuscire a battere il Trabzonspor nemmeno al ritorno.

Gli anni del ritorno in Champions: Nainggolan e Darmian

2380 giorni. O, per farla semplice, sette anni circa. Tanto dista l'ultima partita di Champions dall'esordio europeo della stagione 2018-2019. I ragazzi di Spalletti, dopo aver battuto il Tottenham al 92° grazie a Vecino, affrontano il PSV. Come nel caso della sfida con gli inglesi, l'Inter deve recuperare lo svantaggio iniziale. Al gol di Rosario al 26° risponde Radja Nainggolan a un minuto dalla fine del primo tempo. Il centrocampista belga, fortemente voluto dal tecnico di Certaldo, non raggiungerà mai le prestazioni degli anni di Cagliari e Roma con la maglia dell'Inter addosso.

Discorso diverso per l'ultimo protagonista di questo resoconto, Matteo Darmian. Arrivato all'Inter su richiesta di Antonio Conte che lo aveva schierato quattro volte all'europeo del 2016, il laterale ex Manchester United, pur giocando come sostituto di Hakimi, riesce a ritagliarsi un ruolo importantissimo: nelle ultime partite, decisive per la vittoria dello scudetto, i suoi gol sbloccano situazioni complicate come a Cagliari e Verona. In Champions, invece, regala tre punti a Conte grazie alla sua rete contro il Borussia Mönchengladbach che apre alla vittoria per 3-1 nella penultima giornata della prima fase.

La storia di quell'Inter in Coppa Campioni non sarà lunghissima (la squadra uscirà ai gironi), mentre sicuramente quella dei marcatori inattesi continuerà ancora a lungo.

 

Federico Sanzovo


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