L'Inter con la Supercoppa, fonte: Profilo Twitter Inter
L'Inter con la Supercoppa, fonte: Profilo Twitter Inter

Facciamo un veloce rewind. E' mercoledì sera e Inter e Juventus si stanno giocando la vittoria della Supercoppa italiana. Dopo quasi 120 minuti di gioco le squadre si dirigono lentamente verso i calci di rigore che sembrano ormai inevitabilmente. Sembrano, appunto.

Al minuto 119 la panchina della Juventus inizia a chiamare con insistenza il fallo di modo da permettere a Leonardo Bonucci di entrare in campo per poter sfruttare la propria abilità nei calci di rigori che si avvicinano inesorabilmente. Il n.19 bianconero è pronto e aspetta solo un'interruzione di gioco per poter entrare in campo. L'Inter, dal canto suo, gioca. Lo fa come ha fatto per tutti i 120 minuti, senza mai attendere l'avversario. Dimarco triangola con Correa e crossa in area di rigore, Alex Sandro -ingenuamente - decide di provare ad accomodare il pallone a Perin. Ne esce però una giocata strana, nella quale si inserisce Darmian che supera Chellini e accomoda dolcemente il pallone per Sanchez che deve solo spingerlo in rete. La prima interruzione arriva esattamente al minuto 120 e un secondo e no, non è un fischio dell'arbitro Doveri per un'infrazione di gioco. E' il fischio dell'arbitro che decreta la fine del match e assegna il trofeo ai nerazzurri, che sono passati in vantaggio sulla sirena con un goal di Alexis Sanchez.

Il popolo interista è in festa mentre Bonucci è sempre fuori dal campo e colpito da moltissima frustrazione non riesce a mantenere lucidità e si scaglia contro il segretario generale nerazzurro Riccardo Mozzillo. Secondo le ricostruzioni il difensore della nazionale ha alzato le mani nei confronti dell'avversario rivolgendosi a lui con la classe che lo contraddistingue e con un elegante “Cazzo mi esulti in faccia, ti ammazzo”.

Il fatto è stato oggetto di valutazione da parte del giudice sportivo che si è espresso con la solita cattiveria, nonché dignità che lo contraddistingue. Mano pesante infatti nei confronti di Bonucci, ben 10.000 euro di multa per lo juventino che, a fronte del proprio stipendio, sarà sicuramente segnato dalla decisione e difficilmente si ripeterà in episodi così riprovevoli e vergognosi. Decisione, peraltro, perfettamente in linea - ad esempio - con la sanzione inflitta ad Icardi, allora capitano nerazzurro, quando nel febbraio del 2017 venne squalificato per due partite per aver lanciato un pallone sfiorando il viso dell'arbitro Rizzoli. Nella stessa partita, inoltre, venne squalificato anche Perisic per “numerose frasi irriguardose”, guarda caso un altro interista. Si sa che tra Rizzoli e Bonucci c'è un rapporto di profonda e immutata stima che persiste da anni. Quindi per il giudice sportivo numerose frasi ingiuriose e un pallone lanciato sfiorando il volto dell'arbitro portano alla squalifica, le mani addosso ad un membro dell'organigramma avversario con tanto di “Cazzo mi esulti in faccia, ti ammazzo” portano ad una sanzione di 10.000 euro e tanti saluti.

Bonucci e, guarda caso, Rizzoli in un derby di Torino di qualche stagione passata. Nessuna sanzione per il difensore, ovviamente.

Per fortuna (di tutti) il vero giudice sportivo di Bonucci mercoledì sera è stato un ragazzo cileno, di Tocopilla, che ha punito il difensore azzurro regalandogli una sonora delusione e una finale persa, non certo la prima, con la maglia bianconera. L'immagine di Bonucci, ben distinta da quella del calciatore, è ormai nota a tutti: uno juventino fiero che scappa al Milan, ne indossa la fascia da capitano, e dopo solo una stagione torna a gambe levate a casa non ha bisogno di ulteriori commenti, se a questo aggiungiamo anche la capacità nel saper perdere e quindi mettere le mani addosso ad un avversario fuori dal campo il cerchio si chiude.

Amigo, un campione non è cosi.


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