Juve-Inter, ieri e oggi: due vittorie molto simili 

L'Inter ieri ha portato a casa una partita molto importante pur non brillando nel gioco. Un risultato e una prestazione che ricordavano molto quella degli avversari nelle ultime settimane. Nonostante questo, questo risultato di misura ha permesso ai nerazzurri di ottenere i tre punti. Una cosa simile, accadde tanti anni fa sempre in un derby d'Italia. Anche in quella circostanza, fu una partita cruciale per i nerazzurri, che grazie a quella vittoria si laurearono campioni d'Italia. Era la stagione 1962-63, precisamente domenica 28 aprile. In quella occasione il Comunale di Torino registrò il tutto esaurito proprio come ieri sera. Entrambe le squadre ambivano ad eliminarsi a vicenda: la Juve dal far vincere lo Scudetto all'Inter, i nerazzurri dal far vincere (di nuovo) il campionato al Milan. 

Tattica “alla Allegri” ma con giocatori diversi 

L'incontro che vide le due storiche rivali affrontarsi presentava due squadre diverse da quelle odierne ma con una tattica che riscontra molte analogie con oggi. Per esempio, la Juve di allora aveva un centravanti di riferimento quale Omar Sivori e l'Inter aveva dietro una terna difensiva che aveva in Picchi il suo leader (nonché capitano della squadra), spalleggiato dallo stopper Guarnieri (cremonese come Bastoni, ça va sans dire), e dal terzino destro Burgnich. A fare da spola sulla fascia sinistra c'era l'indimenticabile Facchetti, mentre a centrocampo il ruolo che ora è di Brozovic apparteneva a Luisito Suarez. Lui serviva palla per Sandrino Mazzola e aiutava Zaglio a contenere le incursioni di Del Sol e Leoncini

Corsi e ricorsi storici: la Juve, oggi come allora, creò tanto ma concluse poco

In sostanza, la partita si risolse a circa mezz'ora dal fischio d'inizio. Nonostante molti duelli, al 27' Corso (il Lautaro della situazione) passò palla a Mazzola che smarcato batté lo juventino Anzolin. La reazione della Juventus non tardò ad arrivare. I padroni di casa, che non volevano uscire sconfitti dal campo, le provarono tutte. Ciononostante, Sivori (il Vlahovic dell'epoca) rimase letteralmente intrappolato in una gabbia di difensori. Non mancarono falli pesanti ai danni dei milanesi. Le sostituzioni non erano ancora ammesse. Dopo la partita, il Mago Herrera disse: “Siamo riusciti a vincere anche giocando in otto e mezzo". 

L'Inter non osò segnare un'altra rete, piuttosto si premurò di difendere quel risicato ma pesante 0-1. Quella partita rappresentò la sliding door del campionato. Alla fine della stagione, i nerazzurri scucirono lo scudetto dal petto dei cugini rossoneri (che lo avevano vinto un anno prima) per cucirselo sulle casacche nerazzurre. Era l'8° del club, il primo per il Herrera che aprì un ciclo di vittorie rimasto negli annali del calcio italiano. 

Il risultato di oggi e quello di allora: analogie e differenze

Se si fanno dei confronti con i due risultati, appaiono subito alcune differenze. Oltre alla diversità dei giocatori (ed anche dei ruoli, in gran parte scomparsi o ridimensionati), si possono notare alcune però delle analogie. Quella partita fu il volano per l'Inter di arrivare a vincere il campionato, mentre per la Juve rappresentò la definitiva fine al sogno scudetto. Quella partita, inoltre, diede all'Inter a livello psicologico una vera e propria autostima per cui la squadra fu consapevole di essere diventata grande. Oggi, le partite sono ancora tante, ma a livello di calendario l'Inter non ha più big match. Chissà che non sia l'ennesima ripetizione di quanto successe quasi 60 anni fa. 


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