Il Demone di Piacenza, Re di Coppe, Coppone Inzaghi, Simone il bello. Sono solo alcuni dei soprannomi coniati negli ultimi mesi per parlare di Simone Inzaghi. Espressioni che fanno sorridere, ma che allo stesso certificano come questo allenatore sia diventato a tutti gli effetti un personaggio pop della cultura nerazzurra.

Sembra ormai appartenere ad un lontano passato remoto il 4 Ottobre 2022. Inter - Barcellona. Una partita segnata visto lo scarso rendimento dei nerazzurri in campionato. Si vocifera che in caso di ennesima sconfitta l'esonero dell'allenatore ex Lazio possa arrivare già in serata con Chivu pronto a subentrare. Forse quindi l'ultima partita di Inzaghi in nerazzurro, con le valigie in mano ed il destino ormai segnato. E invece quel match Inzaghi lo vince, con una intuizione destinata a segnare il cammino della sua creatura. Çalhanoğlu regista. E proprio il centrocampista turco, quasi come se fosse un segno del destino, sul finire del primo tempo realizza un gol bellissimo da fuori area. Palla in buca e vittoria pesantissima per l'inter nel girone di ferro, completato da Viktoria Plzen e Bayern Monaco, di quella Champions League.

Questa è la seconda sliding doors della sua carriera da allenatore. La prima è senza dubbio il rifiuto di Bielsa di allenare la Lazio che trasforma Inzaghi da semplice traghettatore ad allenatore dei biancocelesti per molti anni, con trofei e piazzamenti Champions.

Il diffuso malcontento per il rendimento di Simone Inzaghi sulla panchina dell'Inter si è trasformato rapidamente in entusiasmo. In pochi mesi tutto è cambiato, la finale di Istanbul e l'autentico dominio messo in mostra in questo campionato, hanno completamente stravolto la situazione.

Simone Inzaghi sta facendo parlare di sé, delle sue idee innovative di calcio e dei risultati stupefacenti che stanno attirando le attenzioni del mondo calcistico di mezza Europa. Thierry Henry, non proprio l'ultimo degli arrivati, ha usato parole al miele per l'operato di Simone come allenatore, descrivendo l'Inter come una squadra ostica nelle gare ad eliminazione diretta e, quindi, da evitare come la peste.

Anche una squadra come il Liverpool, ormai certa di perdere Klopp il prossimo anno, ha messo nel mirino l'allenatore piacentino. Inzaghi è nella lista dei papabili sostituiti. La dirigenza inglese ritiene idoneo il suo profilo per la politica calcistica professata dai Reds.

Ma a quanto pare le sirene inglese non hanno ammaliato Simone. Se Ulisse si fece legare all'albero maestro per resistere alla tentazione, Inzaghi si è incatenato ai cancelli della Pinetina, concentrato al massimo sulla stagione, ormai a tratti storica, in corso.

Inzaghi e la sua famiglia stanno bene a Milano. La dirigenza sta già creando i presupposti per permettere a questa squadra di essere competitiva anche nella prossima stagione. A fine stagione i dirigenti proporranno un rinnovo di contratto fino al 2026, con opzione per il 2027, e un ritocco all'ingaggio oggi fissato alla soglia di 5,5 milioni.

Molto probabilmente il tecnico accetterà questa proposta. Dopo le 300 panchine in Serie A e i tanti record di questa stagione, il demone di Piacenza è alla ricerca della terza sliding doors della sua carriera. Quello scudetto tanto atteso due anni fa e sfilato incredibilmente nella fase finale della stagione e perché no, con vista sogno su una Champions League difficile ma non impossibile.


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