Dumfries dopo il cambio in Inter-Torino. Fonte: Profilo Twitter Inter
Dumfries dopo il cambio in Inter-Torino. Fonte: Profilo Twitter Inter

Denzel Dumfries, dopo un inizio di stagione difficile, ha dimostrato una grande forza mentale, zittendo le critiche e convincendo tutti a suon di prestazioni davvero convincenti. L'esterno olandese, in un'intervista a Gazzetta dello Sport, ha parlato di come ha vissuto il mondo Inter in questi primi sei mesi di campionato.

Il gesto di D'Ambrosio.

Dopo l'errore che ha causato il rigore in Inter Juventus di ottobre, Dumfries è stato subissato di critiche come confermato dal giocatore stesso: “Mi è caduto il mondo addosso: essere coinvolto in quell'episodio in una delle partite più importanti della stagione…Ma già dal giorno dopo ho sentito l'aiuto del club. La settimana dopo ad Empoli, D'Ambrosio ha segnato ed è venuto ad abbracciarmi: non mi era mai successo, è stato uno shock positivo: un'emozione unica. Ho capito che erano tutti dalla mia parte”.

Sul ruolo il campo.

Ho capito cosa mi viene chiesto dal mister e ho imparato certe letture difensive per capire prima cosa succede. Questa è la chiave. Tutta la carriera e la mia vita sono basate sul miglioramento. Faccio allenamenti supplementari per affinare la tecnica. Lo staff mi aiuta molto e per questo sono grato.

La svolta.

Il goal a Roma mi ha dato fiducia, è stata la svolta, ma non posso scordare la Supercoppa che qui mancava da tanto: il mio primo grande trofeo, in quell'atmosfera, non lo dimenticherò mai.

Sul derby.

E' una gara unica, si vedeva in Olanda. Ricordo il derby di due anni fa in cui Stefan aveva segnato nella rimonta. All'andata, anche se in panchina, c'era un'atmosfera pazzesca. Una elettricità diversa. Del Milan non mi spaventa nessuno, ma Zlatan è un grande. Non devo aggiungere nulla, però non mi piace parlare troppo dei rivali. Il focus siamo noi.

Sugli obiettivi con l'Inter.

Voglio continuare a migliorare e avere successo all'Inter, già a partire da questa stagione.

Sullo spogliatoio nerazzurro.

Ho stretto molto, oltre che con De Vrij, anche con Calhanoglu e Perisic. Stefan però è stato deciso, mi ha aiutato e mi ha mostrato tutto del club e anche qualcosa della città. Noi veniamo dalla stessa zona, l'area di Rotterdam, e la nostra amicizia è cresciuta in nazionale.


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