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Neanche il tempo di tornare a Milano dalla trasferta genovese che è già tempo di Champions. Da oggi, infatti, l'attenzione è tutta rivolta a mercoledì sera, giorno del debutto europeo, con uno sguardo però rivolto alla gara di ieri. 

OPERAZIONE REAL - Dopo il 2-2 di Marassi, l'Inter si getta a capofitto nella sua quarta campagna europea consecutiva, quella in cui spera di fare il vero salto di qualità e raggiungere quegli ottavi che, ormai, mancano da nove anni. Davanti avrà subito il Real Madrid, che verrà a Milano per ipotecare il passaggio del turno e mettere in chiaro le cose su chi sia la favorita del girone. 

Real che, però, ha vissuto un'estate abbastanza tribolata, iniziata malamente con la perdita di Ramos e finita peggio, con la sconcertante vicenda Mbappe. Nel mezzo una campagna acquisti povera, fatta soprattutto di cessioni (Varane su tutti) e qualche acquisto prestigioso (Alaba) o di prospettiva ( Camavinga). 

Il ritorno di Ancelotti  è forse la vera grande novità rispetto allo scorso anno, in cui le due squadre si affrontarono, sempre a livello di gironi, con un esito alquanto nefasto per i colori nerazzurri. 

COSA ASPETTARSI? - Detto dei problemi in casa Real e delle sue tribolate vicende, la gara di mercoledì si presenta complessa e complicata. L'esperienza e la qualità della rosa madrilena, nonostante una difesa un po' più ballerina, la rendono sempre una delle favorite, con i soli nomi di Benzema, Bale, Modric, Casemiro a fare da garante. Se poi dall'altra parte c'è una squadra alla ricerca di una nuova identità dopo gli scossoni e gli addii dell'estate, la difficoltà di conseguenza aumenta notevolmente. 

CASA INTER - La gara di ieri, infatti, ha detto che molte sono ancora le cose da aggiustare in casa Inter. Tralasciando il risultato, frutto di molteplici fattori, l'impressione è che vada trovato un nuovo equilibrio. Con la partenza di Lukaku e Hakimi, pur restando uguale l'impalcatura, sono cambiate notevolmente le caratteristiche degli interpreti. 

La coppia Dzeko-Lautaro, ad esempio, necessita di un baricentro molto più alto, soprattutto dei tre difensori, e di una manovra più vicina alla porta avversaria, dato che nessuno dei due ha tra le sue armi l'attacco dello spazio lungo tanto caro a Big Rom. Con questa coppia infatti le difese accettano molto di più l'1vs1 dietro, andando a togliere respiro con più uomini ai centrocampisti. 

Ovviamente siamo solo all'inizio. Tra i rientri scaglionati e la pausa delle nazionali, Inzaghi ha avuto con se l'intero gruppo per un paio di settimane, abbastanza per capire cosa fare, ma poche per farlo vedere in campo. Concetto ribadito ieri dallo stesso  Marotta ( “Diamo tempo ad Inzaghi”), che fanno ben sperare l'intero mondo nerazzurro. 

Fabio di Iasio 

 

 

 


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