L’Inter vince una partita folle a Firenze e continua la sua rincorsa in campionato.

I nerazzurri portano a casa i tre punti fondamentali su un campo da sempre ostico e al termine di una gara senza senso, una gara dove è salito in cattedra Edin Dzeko. Inzaghi sceglie di partire con Correa titolare, una mossa volta a sparigliare le carte di una Fiorentina che difende con due giocatori alti e fisici come Milenkovic e Martinez Quarta. La scelta dell’ex allenatore della Lazio non convince e il Tucu viene sostituito intorno all’ora di gioco (proprio nel momento in cui Ikone regala alla Fiorentina il goal del pareggio momentaneo) da Dzeko, dopo una prova impalpabile. L’attaccante bosniaco, nonostante l’età, dimostra da sempre di avere un’intelligenza tattica e calcistica fuori dal comune e la partita di ieri sera ne è stata la prova lampante.

Una mezz’ora di gioco in cui il n.9 nerazzurro ha dato ampia e brillante dimostrazione di cosa sia ancora capace di fare se dosato al punto giusto. Una mezz’ora di altissimo livello per Dzeko, da professore universitario: tante sponde, contrasti, pressing (spettacolare per intensità e leadership quello che costringe Milenkovic a stenderlo e prendersi il cartellino giallo al minuto 80) e giocate vincenti. Un arsenale di giocate da stropicciarsi gli occhi, soprattutto per la varietà e da contestualizzare nel corpo di una prima punta di 190 centimetri. La più bella? Manco a dirlo: la cavalcata con tanto di filtrante per mettere Lautaro Martinez davanti a Terracciano in occasione del rigore del momentaneo 3-2 nerazzurro.

La stagione nerazzurra di Dzeko era iniziata in sordina: prima sembrava uno dei papabili indiziati per lasciare Milano durante il mercato estivo, poi era automaticamente divenuto quasi “superfluo” avendo un attaccante del calibro di Lukaku in rosa. Alla fine, però, parla sempre il campo e, vuoi per l’infortunio del belga, vuoi per le doti tecniche di Dzeko, l’ex attaccante di Manchester City e Roma si sta rivelando un autentico protagonista di questa rinascita nerazzurra. 
 

Dzeko, complice l’età, non può essere l’attaccante titolare di una squadra che ambisce a stare ai vertici, ma una lezione l’abbiamo imparata tutti: come riserva, uno come lui, è un autentico lusso che in pochi possono permettersi. Complimenti per la lezione, Professor Dzeko.


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