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Passano gli anni, gli allenatori, i giocatori, ma il problema sembra non avere una soluzione e aleggia come un fantasma alla Pinetina, materializzandosi soprattutto nelle grandi notti europee, dove i dettagli sono decisivi e il margine di errore è minimo. 

SEMPRE UGUALE - Da quattro anni ormai assistiamo allo stesso copione. Da Spalletti ad Inzaghi, passando per Conte, le campagne europee dell'Inter sono tutte naufragate a causa dello stesso, atavico, problema, il gol. O meglio, l'incapacità di concretizzare le tante occasioni create, di mettere fieno in cascina per gestire al meglio la seconda parte di gara, dove essere o meno in vantaggio fa una grande differenza. 

Il problema però sembra essere legato più ad una crescita collettiva di squadra che di singoli giocatori o allenatori. Nel 2018, nella sfida decisiva contro il PSV, in panchina sedeva Spalletti e l'attacco era nelle mani di Icardi, i gol sbagliati furono tantissimi e a punire quell'Inter fu una grave disattenzione difensiva ( palla persa di Asamoah ), che complicò l'intera partita. Esattamente come lo scorso anno, con Conte in panchina e Lukaku a guidare l'intera squadra. Doppio zero a zero contro lo Shakhtar, interessato più al terzo posto che a qualificarsi per gli ottavi, una quantità incredibile di occasioni sprecate e l'eliminazione da qualsiasi competizione europea. 

La partita contro il Real ha confermato che, purtroppo, questa Inter è perfettamente in linea con quelle del recente passato. Anche negli scorsi anni ci sono state delle bellissime prestazioni come quella di ieri, ma se alla fine non segni tutto viene vanificato e l'intero processo di crescita rallenta o si ferma. 

IN ITALIA - Non che in Italia le cose vadano meglio. Il ricordo della gara di domenica a Marassi è ancora troppo fresco per essere dimenticato. Le tre occasioni sprecate dopo il pari doriano gridano ancora vendetta, così come i due punti persi per quei gol sbagliati. L'unica differenza è la qualità degli avversari, non sempre in grado di punirti e approfittarne come ha fatto ieri il Real Madrid. 

SOLUZIONI - Difficile trovare una soluzione ad un problema generico e così radicato nel tempo. Non va trovata nel gioco, visto che al tiro si arriva spesso ed anche con belle trame, ma nella testa. La mancanza di grandi giocatori, abituati a partite del genere, si fa purtroppo sentire. 

A crescere, quindi, deve essere l'intera squadra, sia a livello di personalità che di convinzione, oltre ai singoli. Il solo Dzeko, seppur l'uomo con più esperienza, non basta, anche perchè col tempo il bosniaco è diventato molto più giocatore di manovra che goleador. Lautaro, forse, è l'unico che potrebbe fare questo scatto decisivo e diventare il trascinatore in serate come quelle di ieri. Per farlo però, servirebbe magari lasciarlo di più in campo, mettendogli gente introno come Correa o, quando sarà pronto, Sanchez che con qualità e fantasia lo assistano. 

La strada comunque è tracciata. Non c'è altra soluzione che quella di diventare più cinici e concreti sotto porta. Altrimenti si sa già quale sarà il finale. 

Fabio di Iasio 

 

 


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