Superlega, ora la Corte Europea dà ragione alla UEFA: non può esistere senza la sua autorizzazione

Il controverso progetto della Superlega, che vedeva anche alcuni club italiani coinvolti, sembra orientato verso il definitivo tramonto. Oggi, infatti, si è espresso l'Avvocato Generale della Corte Europea si è così espresso in una nota ufficiale: “Le norme della Fifa e della Uefa che sottopongono ad autorizzazione preventiva qualsiasi nuova competizione sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’Unione. Sebbene la European Super League company sia libera di istituire la propria competizione indipendente al di fuori dell'ecosistema Uefa-Fifa, non può contemporaneamente continuare a partecipare alle competizioni organizzate dalle due organizzazioni senza la loro autorizzazione”. Proprio l'ultima frase racchiude in sé forse l'anticipazione della sentenza definitiva su un progetto sportivo al quale sin dall'inizio proprio le due Federazioni calcistiche hanno opposto ferma resistenza. 

Superlega verso il tramonto: che farà ora Steven Zhang?

Questa pronuncia anticipa, come detto prima, la sentenza definitiva attesa per la prossima primavera. In realtà, il caso Superlega era rimasto nel congelatore da mesi. Non vi erano più state novità a riguardo, ma con l'avvicendarsi di alcuni eventi legati al mondo del calcio in Italia e in Europa un progetto simile non vedrà mai la luce. L'inchiesta Prisma sulle plusvalenze della Juventus ha provocato l'azzeramento del cda bianconero, compreso Andrea Agnelli (uno dei sostenitori più palesi della Superlega) e il Qatargate ha tutto il sentore di essere solo agli inizi. E ora che farà Steven Zhang? Il giovane presidente nerazzurro, nonostante le continue smentite, è sempre stato uno dei sostenitori della Superlega assieme all'amico Agnelli. Ora però che l'ex numero 1 bianconero ha lasciato, egli resta sempre più solo. Il 31 dicembre si avvicina e se non cederà l'Inter entro l'anno nuovo in quanto parente di un iscritto al partito comunista cinese come il padre Jindong il governo centrale di Pechino potrebbe prendere decisioni al suo posto. 


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