A partire dalla prossima sessione di calciomercato, i club di Serie A non potranno più godere delle agevolazioni derivanti dal Decreto Crescita. Come riporta Tuttosport, l'Assocalciatori è pronta a chiedere al governo la cancellazione della normativa. Il presidente dell'associazione Umberto Calcagno, intervistato dal quotidiano torinese, si è espresso sulla questione:

“Decreto crescita nel calcio? Ci stiamo interessando da tempo del problema ed è un problema di sistema. Il grande exploit fatto dalla Nazionale agli Europei ci dimostra quanto sia importante avere vivai nazionali di livello. Abbiamo tante leggi e risorse per il nostro mondo proprio per l’utilizzo dei calciatori selezionabili. Dall’altro lato, è giusto preservare il livello delle competizioni. Non vogliamo impedire che il grande calciatore possa venire in Italia, ci interessa che, ad esempio, anche il mercato in Serie B possa vedere percentuali di stranieri ben superiori ai campionati scorsi. Nessuno vuole contrastare la libera circolazione degli stranieri ma c’è una norma che oggettivamente crea un risparmio fiscale tale da falsare il nostro mercato, non solo a scapito degli italiani, ma anche degli stranieri che già sono in Italia. Sciopero? Non è in cantiere, c’è un’interlocuzione con le autorità governative per riequilibrare le storture menzionate”

L'Inter ha usufruito di tale decreto per ingaggiare Conte e Lukaku nell'estate 2019. Inoltre, operazioni come De Ligt alla Juventus e Ibrahimovic al Milan non sarebbero state possibili. L'obiettivo dell'Assocalciatori è quello di assicurare l'integrità del mercato e di preservare i vivai delle società. L'agevolazione dovrebbe sparire entro il mese di Dicembre, con la conversione del decreto fiscale o con la legge di bilancio

 

Francesco Tagliagambe


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