Turnover doveva essere, e turnover non fu.

Inzaghi - nonostante l'imminente impegno europeo casalingo contro i Colchoneros di Simeone, la partita agevole contro la Salernitana ed il rassicurante vantaggio di punti sulle dirette inseguitrici - continua a non voler mollare la presa sul campionato spegnendo le voci su un possibile turnover massiccio, stile Benfica Inter.

Al Meazza infatti scendono in campo i titolari eccezion fatta per Carlos Augusto ed, al momento, Dumfries.

Dall'altro lato c'è una Salernitana che sta affrontando una stagione da incubo e che vede alla guida tecnica Liverani, a scapito proprio del fratello del tecnico interista.

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I granata sono lontanissimi dal pensare i salvarsi nonostante più elementi in rosa che hanno dimostrato svariate volte di valere posizioni di classifica migliori.

Proprio per questo Inzaghi non ha pietà e con l'aiuto dei fedelissimi vuole azzannare la partita sin da subito, il risultato è impietoso ed eloquente: 4-0, 4.10 xG prodotti a fronte di 0.03, due legni colpiti, 73% di possesso palla, 26 tiri totali di cui 10 in porta e 18 da dentro l'area, 18 calci d'angolo, 6.29 PPDA.

Numeri che la dicono lunga sull'intenzione di voler chiudere sin da subito la pratica per poi eventualmente dare minuti a giocatori che hanno bisogno di più spazio.

Per farlo, i nerazzurri cominciano ad attaccare a pieno organico e la timidezza degli avversari aiuta molto in questo senso.

La Salernitana infatti è molto passiva e subisce da subito l'atteggiamento dei padroni di casa, non pressa mai e quando lo fa è in modo slegato e disorganizzato.

I tre attaccanti accennano ad un timido pressing ma lasciano libera la traccia diretta verso Calhanoglu.

Liverani cerca di limitare i danni con un blocco basso che sa tanto di preghiera, con l'intento di avere reparti stretti tra di loro e molto corti.

Il 5-3-2 della Salernitana in fase di non possesso, con Candreva che si aggiungeva alla linea di centrocampo.

La densità lato palla dei granata in fase di non possesso ha aiutato molto la manovra interista, che non si doveva impegnare più di tanto per trovare l'uomo libero e guadagnare terreno.

Bastavano infatti semplici cambi gioco tra braccetti per attaccare il lato debole e trovare superiorità numerica nella fascia, con tanto campo da attaccare.

Pavard in particolare ha beneficiato delle praterie lasciategli per condurre e scaricare verso Dumfries, attaccando poi lo spazio oppure occupando l'area di rigore.

La Salernitana infatti portava tutti i centrocampisti zona palla, a quel punto nessuno di questi riusciva a ripiegare, neanche rendendo più folta la linea dei difensori.

Notare quanto spazio ha Pavard.

Linea dei difensori che si è comportata malissimo: sembravano avere poi sintonia tra di loro e più di una volta hanno commesso errori grossolani di posizionamento, in particolare il braccetto di sinistra Pellegrino.

Tra il quinto ed il braccetto c'era spesso tantissimo spazio, attaccato da Pavard o da Barella il più delle volte.

Nasce proprio cos' l'occasione della traversa della mezzala italiana: Pellegrino non sta in linea con i suoi colleghi di reparto, il quinto è troppo largo e permette a Barella di inserirsi dal lato debole indisturbato.

Certo, serve poi il Bastoni di turno che mette la palla perfetta, non tutti hanno questo lusso.

Proprio Barella è stato tra i mattatori della partita: quest'anno l'abbiamo visto molto più coinvolto rispetto al passato in costruzione dopo la partenza di Brozovic, complice lo stile di gioco più diretto allestito da Inzaghi, e meno presente negli ultimi 30 metri, diminuendo e non di poco il numero di gol e assist.

Ieri invece, complice la passività degli avversari, lo abbiamo visto molto più attivo sotto quel punto di vista.

Alla fine non metterà a referto nessun assist ma si è inserito dal lato debole tantissime volte ripristinando l'asse con Bastoni, che ci era un po' mancato, e piazzandosi spesso in zona rifinitura quando l'azione si svolgeva sulla sinistra.

Zona di rifinitura occupata anche da Lautaro che si staccava dalla marcatura per andare a ricevere alle spalle del centrocampo.

I difensori della Salernitana non lo seguivano quando ancora l'Inter agiva sulla propria trequarti.

Ovviamente il fatto che si attaccasse a pieno organico ed i continui cambi di gioco, oltre alle ottimi abilità relazionali dei centrocampisti interisti, ha messo sotto stress la linea della Salernitana, che si è ritrovata tante volte in inferiorità numerica sulle fasce.

Questo succedeva con un Pavard avanzato ma soprattutto quando uno tra Calhanoglu e Mkhitaryan lasciavano la propria zona di competenza per andare sulla destra e garantire superiorità posizionale.

Su Barella usciva il braccetto, il che dava molto più spazio a Dumfries quando si inseriva senza palla. Qua Pavard trova l'imbucata verso Calhanoglu che consente ad attaccare 3v2.
Qui è Mkhitaryan a scalare verso destra, Dumfries si accentra per favorire l'avanzata di Pavard, a questo punto l'Inter può giocarsi questo 4v3.

Troppe le soluzioni per fare male agli ospiti da parte della squadra di Inzaghi che in fase di possesso si è divertita ed ha fatto divertire i 72.000 tifosi presenti a San Siro.

Storia simile in fase di non possesso, con la Salernitana che non aveva né le armi né le idee per fare del male ai nerazzurri, lo testimonia il singolo tiro effettuato (da una punizione di 30 metri), nemmeno verso la porta.

L'unico che ci ha provato un minimo è stato l'ex Candreva, che si è fatto vedere spesso in zone meno avanzate del campo per rendere la manovra meno prevedibile e cercare di creare un po' di scompiglio nelle marcature interiste, troppo poco però per impensierire la retroguardia dei padroni di casa.

Forse però, vista la difesa a 3 con i braccetti molto larghi come quelli dell'Atletico Madrid, abbiamo visto un'anteprima di come i Nerazzurri cercheranno di prendere alti gli avversari martedì sera.

Sul braccetto di sinistra usciva Barella e sui due mediani gli altri due centrocampisti, con una delle due punte sull'altro braccetto ed i quinti sui quinti, ma di questo parleremo nella preview apposita prima della partita.

Alla fine Inzaghi è riuscito a vincere la partita ed allo stesso tempo non aver fatto spendere troppe energie ai titolari, lanciando un messaggio anche per le inseguitrici e sottolineando che non abbasserà la guardia facilmente per quanto riguarda il campionato, essendo il primo obiettivo stagionale.

Conquistato il +10 ed il +11 (senza asterischi) su Juve e Milan è il momento di concentrarsi sulla coppa dalle grandi orecchie, una rassegna dove l'Inter è, al momento, temutissima ed addirittura tra le favorite, complici le prestazioni non eccelse di squadre che sulla carta partivano avanti come Bayern Monaco, Barcellona e PSG.

Gli avversari sono di tutto rispetto, hanno esperienza nella competizione e sono guidati da un animale da competizione come il Cholo Simeone, che sembra aver abbracciato una filosofia di gioco protettiva rispetto al passato, abbracciando il rischio e cercando maggiormente il dominio territoriale.

Ne scopriremo i principi di gioco in un articolo dedicato, ma si sa già di base che sarà un impegno molto complicato per i nerazzurri, che però in questo momento di certo sono nella posizione di non dover temere nessuno.


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