Non suonerà bene come la LuLa, ma funzionano benissimo in egual modo. 

Thuram timbra il cartellino per la prima volta in Serie A, Lautaro conferma l'inizio di campionato da urlo segnando il quarto ed il quinto gol della sua stagione, il primo assistito dal suo nuovo partner d'attacco.

L'argentino si conferma letale contro la Fiorentina in particolare da quando allena Italiano, che lascia volutamente i suoi difensori in 2v2 contro gli attaccanti dell'Inter.

Situazioni in cui i Nerazzurri sguazzano grazie alla grandi proprietà associative del 9 e del 10.

Inzaghi continua a preparare in maniera ottimale le partite confermando la stessa formazione per la terza partita di fila, Italiano replica schierando gli stessi dell'impegno europeo col Rapid Vienna ad eccezione del portiere (Christensen) e la punta (Beltran).

Le formazioni ufficiali.

La partita inizia subito con ritmi lenti, caratterizzata da un palleggio paziente della Fiorentina che voleva attirare la pressione interista.

Prova a farlo con un classico 4+2 in costruzione, Arthur e Mandragora a sostegno della manovra.

La prima pressione interista non era aggressiva ma i quinti erano abbastanza alti ad attaccare i terzini, Barella su Mandragora e Mkhitaryan su Arthur.

Italiano ha cercato di confondere le marcature a uomo con più soluzioni in costruzioni, la più frequente era quella di alzare un centrale sulla linea dei centrocampisti per avere superiorità in quella zona.

Così Dumfries era a metà tra Mandragora (uomo di Barella che però dpveva stare attento anche a Milenkovic) e Biraghi.
Situazione simile, qui però Mandragora lascia il posto a Ranieri e si alza, costringendo Dumfries a non andare su Biraghi. Thuram non si vede più il suo uomo da marcare ed è tagliato fuori dalla pressione.

Principio che si è visto in più salse, poche volte però (me lo sarei aspettato di più) con l'abbassamento di Arthur per impostare.

Qui addirittura si alzano entrambi i centrali formando un 3+3.

L'Inter non ha sofferto granché queste soluzioni, è passata a volte ad un sistema più a zona, senza le solite marcature a uomo che la contraddistinguono. 

Solo qualche volta ha sofferto la posizione di Bonaventura più che altro, che ha sempre svariato su tutta la trequarti.

Qui ad esempio il possesso è consolidato dunque è Mkhitaryan a dover andare su Dodò, Calha lo sostituisce andando su Arthur lasciando libera la zona di rifinitura. Barella è abituato a stare su Mandragora e non stringe, aspettandosi forse che Darmian rompesse la linea, troppo spazio.

Anche la posizione di Nico Gonzalez, che poteva essere scomoda, è stata gestita bene.

L'argentino infatti era spesso accentrato per permettere a Dodò, ma anche a Bonaventura di dare ampiezza.

Dodò dà ampiezza.
Turno di Bonaventura.

L'Inter entra definitivamente in partita alzando l'intensità dal ventesimo circa in poi, da lì comincerà a dilagare a livello di occasioni.

La Fiorentina infatti ha peccato di ritmo, comprensibile visti gli impegni europei ravvicinati in questo periodo delicato della stagione.

Appena c'era una fase di gioco in cui saliva l'intensità è andata sotto, è proprio così che ha preso il primo gol infatti, dopo una serie confusa di contrasti in cui i Nerazzurri sono stati sicuramente più cattivi.

Riaggressione forte di Mkhitaryan, Calhanoglu e Barella per riconquistare il pallone.

Da quel momento i padroni di casa non hanno mai rallentato, producendo una quantità di palle gol sia in uscita palla che in transizione offensiva molto alta (3.73xG prodotti, dati SofaScore).

In costruzione ha portato spesso tanti uomini per attirare più avversari possibili, sfruttando le abilità di Dimarco, Dumfries e Thuram per attaccare poi il tanto spazio creatosi per la forte pressione Viola.

Ben 7 giocatori nella trequarti interista.

Non sono mancate le classiche rotazioni, tra cui quella che porta De Vrij ad alzarsi sulla linea del centrocampo.

A differenza delle scorso partite Thuram è stato quasi esonerato dai compiti di “raccordo”, è stato infatti nettamente l'uomo più avanzato tra i Nerazzurri e quello incaricato di dare profondità alla squadra.

Lautaro è stato infatti molto più coinvolto nel gioco ed era il primo sbocco della manovra per sfruttare far risalire il campo ai centrocampisti grazie alle sue sponde, lavoro fatto egregiamente.

Altro uomo fondamentale ed autore di una prestazione maiuscola è Bastoni, ben 4 big chances create, che ha più volte sfruttato la grande ampiezza data da Dumfries sul lato debole.

Questo ormai è un pattern chiaro: Barella si butta dentro per impegnare la linea difensiva avversaria, che stringe abbastanza da lasciare tanto spazio a Dumfries.

Alla fine però come già detto a fare la differenza è stata la brillantezza atletica delle due squadre.

La Fiorentina portava tanti uomini in fase offensiva ma quando perdeva palla era sempre molto scoperta per mancanza totale di marcature preventive, non riuscendo mai a rallentare le transizioni avversarie e di conseguenza non ripiegando mai.

In occasione del secondo gol: Biraghi si spinge troppo in avanti nonostante non ci fosse abbastanza copertura in caso di ripartenza. Il risultato è un gol facile di Lautaro.

Decisivo è stato anche lo scarso impegno difensivo di alcuni giocatori, Nico su tutti.

Se Bastoni ha creato così tanto è anche perché lui non ha aiutato Dodò a sufficienza, lasciandolo sempre in inferiorità numerica contro il duo Dimarco-Bastoni appunto.

Nico guarda soltanto la palla, non accorgendosi che l'avversario si sta sovrapponendo.

Peccato per questa mancanza della Fiorentina perché poteva uscire una partita sicuramente più combattuta.

Le armi per fare male ai padroni di casa le avevano e l'abbiamo visto l'anno scorso in finale di Coppa Italia, non hanno sfruttato qualche potenziale occasione di trarre vantaggio di alcune debolezze dell'Inter, come il mismatch Nico-Dimarco sulle palle alte.

Tanti uomini lato palla, costringono Bastoni ad accorciare anche per prevenire l'inserimento del centrocampista.
Ne esce la possibilità di cross per Nico, fortissimo di testa, vs Dimarco che sicuramente non è una cima. Situazione mai sfruttata.

Meglio per Inzaghi e squadra, che vincono la gara nettamente e meritatamente.

Adesso la sosta, che un po' storce il naso per il tempismo con cui arriva visto il grande momento di forma e l'imminente sfida col Milan.

Intanto però Inzaghi può lavorare col materiale a disposizione, forte del grande inizio di campionato fatto dai suoi.


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