Dopo un filotto di vittorie e risultati utili, con tanto di qualificazione agli ottavi di Champions League, l’Inter torna a cadere in campionato e lo fa in modo assai rumoroso.

I nerazzurri di Inzaghi, infatti, perdono nettamente contro la Juventus e confermano il trend di questo inizio di stagione: l’Inter nei big match perde sempre. Non ci sono altre strade: appena si alza il livello in campionato la Beneamata si perde via e si consegna agli avversari. Contro Lazio, Milan, Roma e Juventus Inzaghi ha inanellato una striscia di quattro sconfitte consecutive e la bellezza di zero punti portati a casa, salutando - nei fatti - la lotta scudetto già ai primi di novembre visti gli undici punti di distacco dal Napoli di Spalletti.

Le colpe dell’allenatore nerazzurro sono evidenti, oltre che essere sempre le stesse da mesi, perché si possono perdere delle partite ma non tutte quelle in cui si alza l’asticella e, soprattutto, nei modi in cui sono maturate. Ieri, però, è stata la sconfitta decisamente peggiore, contro una Juventus rimaneggiata e in netta difficoltà da iniziò stagione. L’Inter è apparsa poco umile e troppo spocchiosa, convinta di poter segnare prima o poi e di essere superiore al proprio avversario. I nerazzurri, però, sono stati poco cattivi a livello agonistico e privi di mordente e questa è una cosa gravissima, specialmente in una partita contro la Juventus. Tutte situazioni che non dovrebbero esistere e che, dalla panchina, dovrebbero essere corrette, e invece nulla. Inzaghi è stato passivo e totalmente in balia degli eventi per tutti i 90 minuti, come se non ci fosse nulla da fare per invertire la rotta e portare a casa il bottino pieno, facendo capire in maniera fin troppo evidente come questa squadra necessiterebbe di un leader forte e combattente in panchina, cosa che Inzaghi non è è mai sarà.

Le dichiarazioni del tecnico piacentino, poi, sono state anche peggiori della gara. Parlare di “potevamo fare fallo”, riferito alle due occasioni in cui la Juventus ha segnato, è una frase preoccupante se pronunciata da un tecnico che ha la fobia per il cartellino giallo. Nessun giocatore, in queste condizioni, sarà mai lucido nel ragionare su come fermare una ripartenza, sapendo che - in caso di ammonizione - il suo match terminerebbe nel giro di pochi minuti.

Quello che è più grave ed è l’errore che maggiormente si addossa ad Inzaghi, però, è una mentalità da perdente che l’Inter dimostra in ogni scontro diretto e, a maggior ragione, nella partita di ieri. Una sfida sentita, contro un avversario in difficoltà, doveva essere affrontata con un altro piglio: con determinazione, cattiveria agonistica e senza supponenza e tutte queste cose devono provenire dall’allenatore che è la guida fuori dal campo. Invece ieri sera non si è visto nulla di tutto questo e, ormai, gli errori sono tanto evidenti quanto incorreggibili. 
 

L’Inter dice addio alla lotta scudetto e torna a leccarsi le ferite: gli scontri diretti non fanno per Inzaghi, ormai si è capito, purtroppo.


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