Giocare una partita di campionato dopo l'impegno di Champions non è mai facile, soprattutto se quell'impegno è una partita must win contro una squadra come il Benfica che ti obbliga giocare a ritmi altissimi come l''inter ha fatto, con un dispendio fisico e mentale molto alto.

Aggiungiamoci che la partita di campionato era contro il Bologna, squadra che quest'anno può puntare a dare fastidio nella parte sinistra della classifica sia per gioco che per interpreti, ed ecco che c'era un alto potenziale di fare uno scivolone.

Scivolone che è indubbiamente arrivato, ma solo per la dinamica che ha acquisito la partita.

Thiago Motta ha preparato la partita benissimo pur avendo qualche infortunio di troppo in difesa, schiera infatti Calafiori al centro della difesa con Beukema a costeggiarlo, Lykogiannis e De Silvestri ai loro lati, per il resto la formazione è quella di sempre più o meno.

Inzaghi, probabilmente complice il fatto che si trattava dell'ultima gara prima della sosta schiera i fedelissimi, forse facendo un errore dato che così facendo rischia di aggiungere tensione alla partita, oltre alla condizione fisica non scintillante di un paio di giocatori (Thuram e Mkhitaryan su tutti).

Le formazioni ufficiali.

Il Bologna è ben messo in campo sin dall'inizio e non ci sono grandi occasioni, fino al gol di Acerbi da calcio d'angolo dopo circa dieci minuti: una soluzione sul primo palo cercata spesso dall'Inter da quando c'è Inzaghi.

Acerbi si stacca dalla marcatura ed attacca il primo palo alle spalle di Zirkzee, Freuler (che stava sul palo) si stacca per seguirlo, ma l'italiano con un gran colpo di testa segna anche grazie all'assenza dell'uomo sul palo.

Dopo neanche due minuti una riaggressione alta porta al grandissimo gol da fuori area di Lautaro.

2-0 con due reti abbastanza episodiche (gli angoli sono situazioni preparate, ma come detto da Stramaccioni in telecronaca: “sono partite all'interno delle partite”, esulano dalla prestazione della squadra), è così che le grandi vincono queste partite complicate.

Peccato che poi l'Inter si sia adagiata, non riuscendo a gestire il vantaggio e cominciando una partita fatta di superficialità (rigore concesso molto stupido) e senza creare occasioni (ma neanche il Bologna, c'è da dire).

La squadra di Thiago Motta era molto corta ed orientava molto bene la pressione con chiari riferimenti a uomo.

Molto compatti e con la linea abbastanza alta, congestionando gli spazi.

Hanno limitato i Nerazzurri soprattutto in queste fasi di sviluppo, non infastidendoli troppo in fase di pressing alto.

I tre attaccanti sui tre difensori con Orsolini che cercava di disturbare la linea di passaggio verso Dimarco, Freuler fisso su Barella e Ferguson/Aebischer che si dividevano Calhanoglu e Mkhitaryan.

Le cose migliori senza palla le hanno fatte limitando al massimo le ricezioni pulite verso gli attaccanti ed assorbendo gli inserimenti delle mezzali con i propri centrocampisti, senza far muovere la linea difensiva.

Inserimento di Barella da lato debole che abbiamo visto tantissime volte, serve per attirare il terzino e liberare la traccia da Bastoni a Dumfries, qui però Freuler segue l'italiano, permettendo a Lykogiannis di intercettare il cambio gioco.

Non solo da lato debole, ma anche dal lato forte rischiando talvolta di liberare linee di passaggio verso le punte.

Ferguson segue Mkhitaryan.

Come hanno limitato le punte? Molto banalmente, Beukema e Calafiori hanno giocato una gran partita rompendo spesso la linea (soprattutto Calafiori) ed attaccando aggressivamente Lautaro/Thuram spalle alla porta.

Per bypassare questa aggressività dei centrali l'Inter ha usato una delle punte (sempre Lautaro) per poi attaccare la profondità con i lanci verso Thuram, ma non sono mai stati precisi nel farlo e non sfruttando lo spazio concesso all'attaccante.

In entrambe le azioni Lautaro si porta un difensore (prima Calafiori e poi Beukema) per far attacccare lo spazio a Thuram.

Abbastanza peggio la prestazione del Bologna in fase di possesso, non creando mai pericoli per Sommer.

Le idee erano interessanti: Calafiori poteva alzarsi sia in fase di costruzione che in quella di sviluppo, Thiago Motta voleva spesso costruire con 3 uomini dando alla squadra la superiorità a centrocampo.

Calafiori si alza in costruzione…
…ed in sviluppo. In questi casi Bastoni poteva rompere la linea per ridare la parità numerica in quella zona di campo, con Dimarco che si occupava di Orsolini.

Se non era Calafiori ad alzarsi poteva farlo anche Lykogiannis, spesso anche per inserirsi poi tra le linee/liberare la linea di passaggio per Ndoye, che però in partita non ha mai inciso, risultando probabilmente il peggiore in campo dei suoi.

Allora come l'ha pareggiata il Bologna? Come già detto il rigore concesso è uno di quelli molto stupidi, un'ingenuità di Lautaro che non può commettere. 

Ma il secondo gol, se possibile, è ancora peggio e figlio di una incredibile mancanza di concentrazione.

Acerbi si smarca come suo solito alzandosi dalla linea dei centrali, Zirkzee ha letto poche volte questo suo movimento. Pavard la passa a Dumfries che sbaglia però l'appoggio verso Lautaro.
La palla arriva a Ferguson che imbuca verso Zirkzee sfruttando il fatto che Acerbi fosse fuori posizione ed in ritardo.
Acerbi e Pavard mancano di intesa e comunicazione andando in due sull'uomo libero a destra lasciando tantissimo spazio a Zirkzee che segnerà facilmente.

Come detto ad inizio articolo uno scivolone ce lo si poteva anche aspettare (per quanto siano queste le partite da vincere per dimostrare di essere grandi) visto il contesto e l'avversario.

Ma se ti ritrovi sopra di due gol ad inizio partita grazie soprattutto a giocate individuali (che è giusto ci siano parlando di una big che ha giocatori forti) allora bisogna non dare possibilità agli avversari di ribaltarla, quantomeno non puoi permetterti il lusso di farlo proprio su episodi evitabili e non per meriti avversari.

La media punti rimane molto alta e non c'è bisogno di provocare isterismi di massa, è però indubbio che siano segnali poco incoraggianti per il futuro.

Adesso la sosta per ricaricare le pile (per alcuni) che arriva al momento giusto, sperando che alcuni elementi arrivino un po' più rinfrescati e che Inzaghi cominci ad integrare più e meglio alcuni elementi della rosa.

 


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