Domenico Caso in una foto ufficiale con l'Inter all'inizio della stagione 1979-80
Domenico Caso in una foto ufficiale con l'Inter all'inizio della stagione 1979-80

"Nessun dubbio sulle capacità di recupero dell'Inter. Dobbiamo ringraziare Inzaghi che sta facendo un buon lavoro e anche la società nell'aver trovato delle buone sostituzioni per chi è partito". Esordisce così Mimmo Caso, calciatore dell'Inter dal 1979 al 1981. Pur restando poco, Caso ha fatto la storia del club vincendo il 12° scudetto nella stagione 1979-80 e addirittura sfiorando la finale di Champions in quella successiva. L'ex centrocampista ha parlato in un'intervista esclusiva ai microfoni di calciomercatointer.eu, in cui ha espresso le sue riflessioni sulla squadra del momento con un occhio al domani. 

Sig. Caso, l'Inter dopo tanta fatica si è qualificata agli ottavi ed è lì a un passo dalla vetta di campionato. Dopo un'estate di addii pesanti, se lo aspettava?

"Io sinceramente ero convinto che passando da Conte, allenatore con delle caratteristiche diverse da Inzaghi, a Inzaghi appunto lui avrebbe dato un'impronta particolare. Non pensavo però così bene. Prendere una squadra scudettata come quella di Conte e farla giocare bene se non meglio c'è solo da tirare giù il cappello. Lo dimostra la gara di sabato con la Roma in cui hanno praticamente annientato l'avversario e anche quella di Madrid, sebbene abbiano perso". 

Simone Inzaghi esulta con con l'Inter

Lei è stato anche al Napoli, per cui ha anche un cuore un po' azzurro. Pensa che ora senza Osimhen, Anguissa e Koulibaly la squadra sia fuori dalla lotta scudetto?

"Il Napoli prima di perdere Osimhen giocava un calcio di prim'ordine così come quello dell'Atalanta e dell'Inter stessa. Io stimo tanto Spalletti, perché ha dato una personalità alla squadra. Tuttavia, in una stagione così piena di impegni contano tanto le rose lunghe. Lo scontro tra Skriniar e Osimhen purtroppo fa parte di questo sport dove il contatto fisico è alla base, altrimenti non si giocherebbe a calcio. A parte questo imprevisto, Inter-napoli è stata una partita molto bella. Quest'anno diverse squadre che lottano alla pari come Napoli, Milan, Inter ma anche l'Atalanta stanno giocando un calcio bello che fa piacere vederlo, e questo il nostro Paese ne trae solo giovamento". 

Anche se non ci sono più fuoriclasse come Ronaldo e Lukaku?

"Lì è un discorso diverso. Ronaldo è stato preso per un obiettivo ben preciso, ossia la Champions. Invece la Juve ha fallito clamorosamente. lukaku è sicuramente un alto bravo giocatore, ma dzeko non è da meno. Sono entrambi giocatori di caratura. Tuttavia, il bosniaco è dotato di forza di movimento, di intelligenza tattica di una punta moderna (malgradi l'età alta). L'Inter ha lì una punta veramente grande".

Alcuni ritengono Dzeko più decisivo di Lukaku nelle partite che contano... 

"Assolutamente. Credo che Dzeko è molto opiù completo in questo aspetto. Lukaku fa della sua stazza fisica il suo punto di forza. Dzeko, oltre all'aspetto fisico, tyecnicamente e tatticamente è più completo di Lukaku. Gioca di sponda, collega centrocampo e attacco, finalizza bene sotto porta. Per questo è una garanzia sia in campionato che in Champions.Tutti incensano Lukaku, ma Dzeko non è secondo a lui, anzi...."

A proposito di Champions, Barella ha avuto una reazione fuori luogo, meritando l'espulsione. Non è però la prima volta che succede. L'anno prossimo sarà molto probabilmente capitano, per Lei è già pronto?

"Io non credo. In campo ci sono delle soggezzioni non facili per alcun calciatore. Barella ha meritato i gradi, imponendosi all'Inter si  dal primo anno. Certo è che ha un modo di giocare molto esuberante, per cui è facile per lui commettere falli. Il tempo è comunque dalla sua e si migliorerà anche su quello. Solo il capitano in termini di regolamento può parlare con l'arbitro. Questo non preclude comunque la stima che ho verso la sua bravura tattica. Ormai è un perno del centrocampo assime a Brozovic e anche Calhanoglu..."

Barella riceve il cartellino rosso durante Real Madrid-Inter

Non Le ricorda un po' Oriali, dato che ci ha giocato assieme?

"Sono diversi. Lele era un mediano difensivo, con buona tattica e buone marcature. Era così bravo a marcare che gli allenatori gli davano gli avversari più tosti (come Crujff nella finale del '72 di Champions persa con l'Ajax). Barella invece mi ricorda più Tardelli. Un giocatore con una forte falctaa, corsa e forza fisica. Anche lui come Barella amava gli insermenti, piaceva giocare tantissimo e aveva fiato". 

Ecco, Calhanoglu sta facendo ricredere parecchi scettici. Lei cosa pensa di lui?

"Le qualità del calciatore sono innate. In questo merito di Marotta, che nella scelta di Inzaghi aveva visto giusto. Clhanoglu di fatto svolge un ruolo molto simile a Luis Alberto alla Lazio. Certo, all'inizio ci vuole un attimo di adattamento da parte di tutti, però ora piano piano si vedono i primi risultati. E l'Inter non a caso sta risalendo la china in campionato ed è viva anche in Europa". 

Calhanoglu esulta dopo il gol contro il Venezia.

Come pensa che andranno le ultime tre partite del girone d'andata per l'Inter?

"Inter e Atalanta avranno un calendario abbastanza facile. Credo che l'Inter possa fare tranquillamente un filotto di vittorie. Napoli e Milan che invece si scontreranno, decideranno una parte importante per la stagione. Occhio però alle squadre minori: l'Atalanata andrà a Verona ad affrontare l'hellas, che l'ultima volta ha vinto in rimonta contro il Venezia. Il nostro campionato è difficilissimo, ancora più quest'anno che c'è un equilibrio molto fragile. Io vedo alla lunga quattro squadre che lotteranno: le milanesi, il napoli e appunto l'Atalanta, il cui gioco mi affascina". 

Lunedì ci sono anche i sorteggi degli ottavi di Champions. Lei chi preferirebbe evitare?

"Quando si gioca a quei livelli qualsisi avversario è forte. Prendiamo sempre l'Atalanta, che in Europa comunque si è fatta valere. Giovedì sera contro il Villareal ha sbagliato troppo e infatti gli spagnoli sono andati 3-0 nel primo tempo. Io non faccio pronostici sull'avversario da estrarre. A quei livelli passa il turno chi sbaglia di meno". 

In questi giorni si ricordano i 100 anni della nascita dell'avvocato Prisco. Lei che ricordo ha?

"Prisco era una persona straordinaria, di un'intelligenza come pochi, arguto e sempre pronto alla battuta anche nei momenti di difficoltà. Era sempre pronto a dire la sua con grande ironia, ma comunque un dirigente che è rimasto nella storia dell'Inter. Solitamente nella storia di un club si ricordano i giocatori, ma i dirigenti è difficile". 

Peppino Prisco, vice-presidente Inter dal 1963 al 2001

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