Ci sono storie, calcistiche e non, che vanno al di là dell'immaginazione. Willy Gnonto, tra qualche anno, potrà raccontare di aver vissuto una di queste storie in una serata che sa di speranza per la Nazionale italiana, reduce dalla scoppola contro l'Argentina nella Finalissima tra i vincitori dell'Europeo e della Copa America. Tutti al Dall'Ara si aspettavano un'altra prestazione deludente, contro i titolarissimi della Germania, invece la Giovine Italia (Bastoni, Tonali, Frattesi e Scamacca titolari) regge il colpo e ottiene un 1-1 che sa di vittoria.

Ma è soprattutto Wilfried Degnand Gnonto, per tutti Willy, a rubare la scena. Quando Mancini lo inserisce al 65' per Politano, molti non addetti ai lavori storcono il naso, come avevano fatto al momento della sua convocazione. Il classe 2003, primo della sua annata a debuttare in Nazionale, si mette sull'out destro del 4-3-3 e vive una serata da sogno. In 25 minuti più recupero, Gnonto fa letteralmente impazzire i suoi dirimpettai: prima da esterno offensivo, poi da riferimento centrale. Il suo debutto è sfolgorante, come raramente si era visto nel periodo recente: cinque minuti e arriva l'assist per l'1-0 di Pellegrini, seguito da almeno due-tre giocate interessanti contro Kimmich (autore dell'1-1) e compagni. E chissà che l'Inter, che lo perse a zero in uno dei pochi errori (a posteriori) della gestione-Samaden, non si stia mangiando le mani.

INTER, L'ADDIO DI GNONTO

Esatto, perchè Willy Gnonto è stato un prodotto del settore giovanile nerazzurro. Arrivato a nove anni dalla scuola calcio di Suno, affiliata all'Inter, si inserisce alla perfezione nella generazione d'oro con Filip Stankovic ed Esposito e segna gol a grappoli in tutte le categorie. A 16 anni, però, si presenta un bivio: Gnonto vorrebbe la titolarità assoluta in Primavera e magari qualche convocazione coi grandi, con cui si era allenato in qualche occasione, l'Inter gli prospetta un ruolo marginale e un altro anno a cavallo tra Berretti e Primavera. Nasce così la separazione, come racconta lo stesso Willy: “Volevo giocare. Prima di venire allo Zurigo ho pensato molto, dai 9 ai 16 anni ho sempre giocato nell’Inter, per me esisteva sola la maglia nerazzurra, ma la dirigenza mi ha fatto subito capire che non avrei avuto il giusto spazio. Alla mia età non puoi stare in panca e ho rifiutato”. 

Gnonto lascia così l'Inter a parametro zero nell'estate 2020, effettuando una scommessa svizzera: lo Zurigo scommette su di lui, lui scommette sullo Zurigo. La vinceranno entrambi, festeggiando il titolo al Letzigrund con Willy grande protagonista: 10 gol e 5 assist, alternandosi tra le fasce dell'attacco e la zona centrale. E ritrovando, da avversario, il vecchio compagno d'attacco Seba Esposito, secondo col Basilea. Il resto è storia recente: la chiamata in Nazionale, col salto diretto dall'U19 ai grandi, e l'assist al debutto. Ora starà a Gnonto guadagnarsi la permanenza negli azzurri, ed esplodere con Mancini come fece il giovane Balotelli. Nel suo futuro potrebbe esserci la Serie A: il Monza lo valuta con grande attenzione. 


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