Domanda tormentone estivo e autunnale alquanto logorroica: all'Inter quanto mancheranno/mancano Lukaku e Hakimi? Sicuramente non poco: oggi averli non dispiacerebbe affatto ai nerazzurri. Ma bene o male sono riusciti a voltare pagina.

Alla luce dei fatti, però, invece, la domanda più giusta su cui sarebbe stato il caso di soffermarsi si è rivelata, poi, un'altra, l'opposta del tormentone: ad Hakimi e Lukaku quanto mancherà/manca l'Inter? A primo impatto viene da rispondere sicuramente poco: PSG e Chelsea sono due club di una caratura decisamente più importante rispetto a quella della Beneamata. Tuttavia, facendo un primo bilancio delle prestazioni tenute dai due dall'inizio della stagione, la risposta va riconsiderata.

Romelu Lukaku, dopo un avvio di stagione promettente con la rete all'esordio contro l'Arsenal, la marcatura decisiva in Champions contro lo Zenit e la seguente doppietta contro il West Ham in campionato, ha subito una battuta d'arresto pesante. Il belga, infatti, è rimasto a secco per 6 gare consecutive ed è fisso a quota 4 gol e 0 assist stagionali. Numeri culminati - purtroppo - con un brutto infortunio alla caviglia rimediato ieri sera nella gara di Champions League contro il Malmo. Un motivo, dietro a questo trend negativo, ci sarebbe: osservando attentamente le gare del Chelsea, pare evidente che Tuchel non abbia compreso a pieno come sfruttare ed esaltare le caratteristiche principali del belga. Un fatto che difficilmente avremmo visto se fosse rimasto all'Inter d'Inzaghi.

Lo stesso vale per Achraf Hakimi. A differenza dell'altro ex, l’esterno marocchino ha avuto un inizio più altalenante ma complessivamente al di sotto delle aspettative: inizio sprint con 1 gol e 2 assist nelle prime 4 giornate, ma da lì in poi niente di niente sia in campionato che in Champions, fatta eccezione per la doppietta siglata alla 7a giornata. Come per Lukaku, appunto, anche il marocchino soffre di una comprensione carente delle sue caratteristiche da parte del suo tecnico, Pochettino: con l'Inter ha dato il suo meglio di sempre come esterno a tutta fascia, mentre al PSG deve calarsi nella parte di terzino e, di conseguenza, stare molto più lontano dalla porta. Non il massimo per un giocatore che sfoggia le sue migliori qualità in fase offensiva.

In sostanza, alla resa dei primi conti stagionali, forse sono più loro a sentire la mancanza dell'Inter, che viceversa.

 


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