Inzaghi in conferenza stampa
Inzaghi in conferenza stampa

Quando qualcosa non va, la cosa più semplice da fare è puntare addosso all'allenatore. Sempre. Perché è più comodo così, e sicuramente meno difficile che ammettere che la propria squadra abbia dei limiti.

Perché cambiare allenatore è più semplice che sostituire più giocatori aggiungendo elementi validi nella rosa, specie se le politiche della proprietà sono molto stringenti per ciò che ne concerne il mercato in entrata.

Ed ecco che così Simone Inzaghi è finito sotto accusa. Già con il fucile puntato addosso dalla maggior parte della tifoseria nerazzurra e pronto a sparare se l'Inter non dovesse replicare il successo della scorsa stagione con la vittoria dello scudetto. Anche se non se lo merita.

E con questo non si vuole dire che il tecnico piacentino non abbia commesso alcun errore nel corso della stagione. Anzi, ne ha commessi parecchi. Molti nella lettura delle partite che hanno portato a cambi errati e nella scelta della formazione titolare. Come ieri sera a Torino.

Decidere di giocare con un modulo che, visto anche il suo stile di gioco, ruota attorno al ruolo del regista senza però averlo a disposizione non è stato molto saggio e il risultato, come la prestazione, ne ha dato la conferma. Lo stesso togliere Bastoni e Perisic prima della ripresa in situazione di svantaggio, due punti cardine nella manovra offensiva.

Ma questi sono errori che, a maggior ragione considerando che questo si tratta pur sempre del primo anno di lavoro d'Inzaghi in una dimensione più ambiziosa rispetto a quella a cui era abituato, possono capitare. E' successo pure allo stesso Antonio Conte di sbagliare alcune scelte nella sua avventura nerazzurra. Fa parte del mestiere, fa parte della vita.

Anche perché oltre a ieri sera, c'è solo un'altra partita da imputargli. Quella contro il Sassuolo, dove ha commesso gli stessi errori, perdendo completamente sul fronte tattico. Ma per il resto l'Inter di Simone Inzaghi ha sempre disputato ottime partite dal punto di visto tattico, concedendo poco e creando tanto.

Il che però non significa matematicamente vittoria assicurata. Infatti, sono di più le partite dove l'Inter non ha ottenuto i 3 punti. Questo perché, alla fine, sono i giocatori a scendere sul campo. Ecco perché i nerazzurri non sono in fuga. Perché la rosa ha dei problemi di struttura non da poco e questo, in realtà, lo si sa da Giugno. Da quando Lukaku, Hakimi, Eriksen, Conte, Pintus e Oriali non fanno più parte dell'Inter.

Ma il fatto, paradossalmente, è che la prima parte della stagione condotta nei migliori dei modi, superando le aspettative che ci si era impresso nella mente, ha fatto sì che ci si dimenticasse di tutto e, anzi, si alzasse l'asticella delle previsioni. E adesso che le squadre avversarie hanno preso le contromisure e le cose non vanno bene, è lui ad andarci di mezzo. Per aver fatto benissimo prima.

Per aver trovato la soluzione più difficile in assoluto da mettere in pratica: controllare le partite. Se ci si fa un attimo caso l'Inter per vincere quest'anno ha sempre dovuto fare la partita, non è mai riuscita a strappare 3 punti con partite sporche. E volte non ci è riuscita pur strameritandosi la vittoria.

E questo è un limite enorme al quale difficilmente si può trovare una misura in quanto la rosa non dispone dei giocatori per giocare in un altro tipo di modo che sia efficace, come quello di ricercare la profondità - specie nei momenti complicati della gara - come si faceva la scorsa stagione.

Insomma, Ricapitolando: senza dubbio, Inzaghi è il primo colpevole per il pareggio di ieri sera ma è tra gli ultimi per un eventuale scudetto non vinto.


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