L'urna del sorteggio della fase a gironi della Champions League, spostata per l'occasione a Istanbul e con un parterre de roi più scarno per le restrizioni-COVID nei confronti della Turchia, riserva uno strano scherzo del destino all'Inter. I nerazzurri ritrovano esattamente quelle formazioni che avevano sancito l'eliminazione nel girone (con annesso 4° posto) nel 2020/21: riecco lo Shakhtar Donetsk, riecco il Real Madrid. Due squadre che hanno cambiato pelle, passando a De Zerbi ed Ancelotti. E poi, a completare tutto non c'è il Gladbach (non qualificato) o un'altra tedesca per mantenere il trend, ma l'abbordabile debuttante Sheriff. Andiamo ad analizzare le avversarie dell'Inter nel girone UCL, un girone che se affrontato nel modo giusto può riportare l'Inter agli ottavi, che mancano dal 2012, e spezzare la serie di tre eliminazioni consecutive nella fase a gruppi. 

REAL MADRID: ANCELOTTI, BENZEMA, VINI JR, UNA DIFESA INDEBOLITA E L'INCOGNITA-MBAPPÈ 

Partiamo da due presupposti: non è mai bello trovare il Real Madrid in Champions League, come dimostrano le semifinali raggiunte (1), non sarà lo stesso Real Madrid capace di buttare via sei punti con lo Shakhtar (2). Le merengues hanno chiuso il secondo ciclo con Zidane e hanno richiamato a sorpresa Carlo Ancelotti, che ha mollato sul nascere il progetto con l'Everton per rispondere alle sirene dei blancos, accettando un ingaggio “umano” (6mln) pur di vivere un secondo giro di giostra coi blancos. Allo stato dell'arte, il Real ha un solo nuovo innesto: David Alaba, arrivato a parametro zero (11mln/anno) dal Bayern. Hanno lasciato Varane (Man Utd, 60mln), Odegaard (Arsenal, 40mln) e Sergio Ramos (PSG, costo zero), è tornato Bale. 

Il Real Madrid attuale ha una difesa indebolita: Militao, Nacho, Vallejo e Alaba sono i centrali, con l'austriaco che ora gioca a sinistra per il contemporaneo infortunio di Marcelo e Ferland Mendy, ma ormai è un centrale di costruzione. Per il resto, mix tra giovani virgulti (Valverde, Vinicius, Rodrygo), certezze assolute (Casemiro, Modric e Benzema) e giocatori che Ancelotti dovrà ricostruire mentalmente (Asensio, Hazard, ev. Isco). Proprio Benzema condannò l'Inter nei due scontri diretti, insieme a uno strepitoso Vinicius jr. (già tre gol nella Liga), e questo Real Madrid non si discosta troppo dal precedente: sin qui è stato altalenante nella Liga, col 4-1 all'Alaves e il 3-3 col Levante. La solidità difensiva non sembra di casa e questo potrebbe aiutare l'Inter, ma potrebbe arrivare una carta a sparigliare tutto: Kylian Mbappé. Insomma, vada come vada, i blancos sono i favoriti per vincere il girone. 

SHAKHTAR DONETSK: DE ZERBI, LA SPINTA OFFENSIVA E UNA DIFESA BALLERINA

Lo Shakhtar Donetsk non è mai stato così vicino all'eliminazione nei playoff come ieri sera: il Monaco ha messo in difficoltà la formazione ucraina, priva tra gli altri di Trubin, andando in vantaggio sul 2-0 e sfiorando più volte il gol che avrebbe chiuso ogni discorso. Marlos e, nei supplementari, l'autorete di Aguilar hanno raddrizzato la situazione e gli ucraini hanno potuto festeggiare l'ennesima qualificazione in UCL. Lo Shakhtar che ritrova l'Inter, però, è diversissimo da quello che l'ha eliminata e fatta finire all'ultimo posto con un doppio 0-0: l'anima difensivista della seconda gestione-Castro, non molto gradita ai vertici del club, è stata definitivamente accantonata per il calcio offensivo di Roberto De Zerbi. RDZ ha portato la sua idea di calcio, già vista e apprezzata in Serie A col Sassuolo, e una forma mentis diversa (per ora, almeno) sul mercato: oltre al 2004 Vinicius Tobias (dall'Internacional, dov'è tornato Taison, per 6mln) sono arrivati il suo fedelissimo Marlon (Sassuolo, 12mln) e Pedrinho (Benfica, 18mln) per rivitalizzare la colonina brasiliana, ma soprattutto è arrivato Lassina Traoré, potente centravanti ed ex Ajax (10mln). 

Giocatori dunque già visti in Europa, e non giovani da svezzare, per forzare l'avvio di nuovo ciclo, sancito anche dai contratti a scadenza (31 dicembre) di Junior Moraes, Dentinho e Marlos, tutti al centro di possibili ritorni in patria. De Zerbi ha dato una nuova spinta offensiva, ma sin qui il suo Shakhtar si è ben comportato in patria (12pti in cinque partita, ko con l'Olexandriya) e ha mostrato pecche difensive in Europa, anestetizzate dalle parate di Trubin, ora out per la rottura del menisco. Automatismi da assimilare e ritrovare per i talenti dello Shakhtar, con RDZ che viene aiutato nel trasmettere il suo calcio da due traduttori (ucraino e portoghese) e dai giocatori stessi, che stanno imparando il linguaggio calcistico base della lingua italiana per venirgli incontro. Il nuovo Shakhtar ha talenti enormi (Pedrinho, Dodò, Tete, Traoré, Trubin, Marcos Antonio), ma è un'incognita anche per sè stesso. La sensazione è che l'Inter possa approfittare di una fase di transizione, e di uno Shakhtar meno granitico dal punto di vista difensivo, che farà del palleggio e dei movimenti offensivi codificati di De Zerbi i suoi punti di forza. E che, giocando come sa, possa avere la meglio e mettere in cascina gli ottavi. 

SHERIFF, LA NOVITÀ E IL VIAGGIO IN TRANSNISTRIA

Lo Sheriff è diventato, eliminando a sorpresa la Dinamo Zagabria (3-0 all'andata, 0-0 ieri), la prima squadra moldava a raggiungere i gironi di Champions League. O meglio, la prima squadra della Transnistria a raggiungere questo traguardo. Esatto, perchè lo Sheriff pluricampione di Moldavia è l'espressione di un marchio che di fatto produce e vende qualsiasi cosa: come si può leggere su Wikipedia, si passa da una catena di benzinai, ai supermercati, a un canale tv, una casa produttrice, un'azienda di costruzioni, un concessionario Mercedes, una ditta pubblicitaria, una distilleria, due panettieri, un network telefonico, il club Sheriff Tiraspol e lo Sheriff Stadium, costruito spendendo 200mln e comprendente un hotel a cinque stella. Oltre a questo, il club è anche e soprattutto l'espressione di Tiraspol e della Repubblica Moldava di Pridniestrov o Transnistria, uno stato non riconosciuto che si rivede nei vecchi ideali sovietici al punto da avere ancora la falce e il martello nella sua bandiera, e statue di Stalin e Lenin pressochè ovunque. In questo scenario verrà vissuta la trasferta più ostica dal punto di vista chilometrico e logistico per l'Inter (scenario meravigliosamente anni Ottanta, dalle prime immagini), ma anche la più agevole dal punto di vista sportivo. 

Tra il livello dei nerazzurri, ma anche dello Shakhtar, e quello dello Sheriff c'è infatti un abisso. Colmabile tatticamente, ma pur sempre un abisso. I moldavi, allenati dall'ucraino Vernydub (una carriera tra Zorya e Shakhter Solihorsk), giocano con un 4-2-3-1 fatto di difesa e ripartenze e non hanno particolari volti noti. Il giocatore più rappresentativo è l'esterno offensivo o falso nueve Luvannor (brasiliano che gioca nella Moldova), da tenere d'occhio anche il fantasista greco Kolovos (ex Olympiakos e Pana), ma la stella è Adama Traoré, ex giocatore del Metz e top-scorer nelle qualificazioni UCL con quattro gol. Per arrivare qui, lo Sheriff ha passato quattro turni preliminari (Teuta, Alashkert, Stella Rossa, Dinamo) e cercherà, nei limiti delle sue possibilità, di fare bella figura e trasformare il suo stadio in un fortino. Sulla carta è la cenerentola assoluta del gruppo, che non ha neanche una vera e propria anima moldava (sei moldavi su trenta giocatori, nessuno titolare in UCL), ma anni fa il Qarabag mise in difficoltà Chelsea e Atletico, dunque nessuno va sottovalutato. 


💬 Commenti