Verso Juventus-Inter, parla il doppio ex Serena: “Due squadre che sono più motivate ora”

Manca poco all'atteso derby d'Italia Juventus-Inter. Una partita in cui le due squadre si affrontano dopo gli ultimi impegni in Champions League, che hanno visto solo i nerazzurri proseguire. Ai nostri microfoni ha parlato il doppio ex Aldo Serena, uno che di derby d'Italia (ma anche di Milano, data la sua esperienza anche con il Milan) ne sa. L'ex attaccante ha parlato delle due rivali a 360° con un pensiero anche al suo libro biografico I miei colpi di testa appena pubblicato in collaborazione con il giornalista Franco Vanni

Aldo, che cosa si prova ad essere uno dei sei giocatori asd aver vinto lo Scudetto contro club diversi?

Molti me lo dicono sempre, dovrebbe farmi felice. In realtà, ho sempre il rammarico di aver sfiorato quello con il Torino durante la stagione 1984-85. Arrivammo secondi dietro all'Hellas Verona, che vinse un titolo storico per loro. Se ce l'avessimo fatta, sarei stato l'unico giocatore ad averne vinti con ben quattro squadre diverse". 

Come arrivano Inter e Juventus alla partita di domani sera?

L'Inter ha passato un periodo difficile almeno fino alla partita con il Barcellona. Quella sfida è stata lo spartiacque, per come l'Inter ha approcciato alla gara e l'ha vinta pur soffrendo. Va bene che non è più il Barcellona di qualche anno fa ma ha comunque degli elementi molto interessanti. Da allora ha ritrovato la compattezza ed un senso di squadra che era un status symbol degli ultimi anni nerazzurri. La Juve? Beh è un po' più complicato. La campagna acquisti, seppur fatta su nomi importanti, per ora ha gratificato poco. Pogba e Di Maria, che dovevano essere i due trascinatori, hanno deluso. Ora è rientrato Chiesa, ma noto che ci sono diversi giovani interessanti. Fagioli, Miretti, Soulé, Barbieri…”. 

E' rimasto più colpito dal passaggio agli ottavi dell'Inter o dall'eliminazione della Juve?

Quando fecero i sorteggi dei gironi, io scrissi un tweet in cui pronosticavo il passaggio di tutte e quattro. Per la Juventus davo una percentuale alta, per l'Inter il 50% circa. Io, al contrario di molti interisti, ho sempre creduto nel passaggio agli ottavi. Anche le altre due ero convinto potessero passare il girone. Il Napoli è stata la sorpresa con un grande calcio, gioca in maniera quasi perfetta. Il Milan è una squadra altamente competitiva, che ha capito che per andare avanti in Champions League doveva sacrificare qualcosa in campionato. Quindi mi ha molto sorpreso il fatto che non sia passata la Juventus, non ha fatto il suo”.

Quindi è la Juve che deve aver più paura dell'Inter anche se gioca in casa sua?

Assolutamente no. Queste partite così attese non sono mai scontate, nemmeno se ci sono divari grandi in classifica. Ora il divario è più corto, in passato ci sono state distanze ben più larghe. La Juventus, pur avendo perso con il Psg nell'ultima di Champions, ha fatto a mio parere una delle migliori partite della stagione fin qui. Quindi l'Inter dovrà prestare attenzione alla Juve, anche se ha comunque più certezze”. 

In che reparto si deciderà la partita secondo Lei?

L'aspetto tattico della Juventus è ancora tutto da ridisegnare. Per quanto riguarda l'Inter, mi piace molto la catena di sinistra Bastoni-Dimarco-Calhanoglu con l'aiuto di Barella. Vedo che sta funzionando molto bene e Allegri cercherà di compensare con Danilo, a mio parere uno dei più bravi difensori. Ecco, credo che in quel lato del campo si giocherà abbastanza il risultato”. 

A proposito di retroguardia, Allegri disse “Le grandi sfide le vincono le grandi difese”. Attualmente, è più forte la difesa della Juve o quella dell'Inter?

Nel calcio moderno conta di più l'equilibrio di squadra più che i singoli reparti. Ormai i giocatori attaccano e difendono tutti assieme, spesso con 6-7 giocatori tutti avanti o indietro. Inoltre, l'atteggiamento gioca un ruolo importante, deve valutare le qualità del gruppo e poi dei giocatori nell'insieme”. 

Restando sempre in tema difesa, si aspettava delle buone prestazioni da parte di Acerbi?

Nonostante sia arrivato tra lo scetticismo generale dei tifosi, si è sempre comportato da professionista. Qualche anno fa la vita lo mise a dura prova (il tumore, ndr) e lui ne uscì più forte di prima. Mettendosi a disposizione dell'allenatore (che lo ha voluto conoscendolo già ai tempi della Lazio) è stato una motivazione in più. Certo è che quando ci sono delle sfide importanti, lui risponde sempre presente”. 

Tra i due allenatori, chi vede più al comando del gruppo? 

La sfida di domani sera farà bene al morale delle due squadre. Chi vince, farà anche il pieno di autostima. Sia Inzaghi che Allegri sono due buoni allenatori. Il primo ha convinzioni un po' più offensive, sebbene non faccia parte della “nouvelle vague” europea degli allenatori, mentre il secondo resta più ancorato a concetti tradizionali. Entrambi ragionano sempre sull'ottica dell'equilibrio di squadra”. 

L'assenza di Lukaku si sta facendo sentire meno anche grazie a Dzeko. Si aspettava un suo contributo così importante anche quest'anno?

Mi è parso che Dzeko abbia accettato un ruolo non di primissimo piano. Il fatto che giochi ogni tanto gli può preservare la forma fisica. Nonostante l'età è ancora un bravo giocatore”. 

Si dice che voglia prolungare ancora di una stagione il contratto con l'Inter. Lei lo terrebbe anche il prossimo anno?

Le qualità ci sono sempre e rimanere in una squadra ad alti livelli come l'Inter gli farebbe solo bene

E Lukaku? Riuscirà a rimettersi bene?

Lo dico per esperienza, essendo stato a lungo giocatore. Quando hai un infortunio muscolare a ridosso del tendine bisogna andare sempre con cautela nel recupero. Il dolore che hai ti inganna e bisogna rispettare i tempi alla lettera. Non bisogna mai accorciare i tempi perché la paghi cara e con lui si è visto”. 

Come sta andando la vendita del Suo libro “I miei colpi di testa”?

Molto bene. In queste settimane assieme a Franco stiamo facendo varie serate di presentazione. Siamo stati a Torino, Milano e provincia. Poi  andremo a Oderzo, Vicenza, Cormons. Ci chiamano da molte parti d'Italia”.


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