L’Inter pareggia a Genova con la Sampdoria con uno scialbo 0-0 e manca l’opportunità di allungare sulle inseguitrici per il quarto posto, valevole per la qualificazione alla prossima Champions League.

Oltre al risultato (scadente) ciò che ieri sera ha portato allo scoramento più totale di ogni tifoso nerazzurro è stato l’ennesimo risultato alla portata fallito giocando una partita supponente e con una mentalità totalmente sbagliata. Il tutto in una partita che, per molti, è sembrato un brutto film già visto e rivisto, come testimoniato dal fatto che l’Inter in trasferta in questo campionato è settima per rendimento. Immagine e somiglianza di un allenatore incapace di dare una mentalità vincente alla squadra. L’Inter, nel solo 2023, ha vinto contro Napoli, Atalanta e Milan (due volte contro i rossoneri nel derby) salvo poi totalizzare ben due punti contro Empoli, Monza e Sampdoria. Numeri preoccupanti in un campionato composto da 38 giornate. Inzaghi, purtroppo, è questo: capace di preparare minuziosamente determinate partite e totalmente incapace nell’imporre ai propri giocatori una mentalità vincente e, soprattutto, incapace di dare una parvenza di continuità di risultati

Tutti questi elementi portano l’Inter a rimanere aggrappata al mucchio che sgomita per la qualificazione alla Champions League e 3 punti di vantaggio sono decisamente troppi pochi per il potenziale della rosa nerazzurra. Se nelle coppe il cammino di Inzaghi è invidiabile (Supercoppa vinta, almeno semifinale di Coppa Italia e almeno ottavi di finale in Champions League), in campionato il percorso è decisamente insufficiente.

L’Inter ormai non ha più tempo per invertire la rotta perché il timoniere non sa quale sia la rotta da seguire e, inevitabilmente, proseguirà la stagione sulla falsa riga di questi primi 40 giorni di 2023: vittorie importanti e soddisfacenti alternate a prestazioni desolanti contro squadre decisamente inferiori e con prestazioni senza mordente e scialbe, la perfetta immagine di un allenatore che una vera e propria idiosincrasia verso la continuità di risultati. Anche i giocatori, certo, sono colpevoli, ma quando una squadra alterna prestazioni positive nei match in cui è facile trovare stimoli e poi sfodera - a ripetizione - prestazioni come quella di ieri sera contro avversari alla portata ciò che appare evidente è la totale mancanza di un allenatore capace di gestire la situazione.


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