I Colchoneros, in Champions League, hanno da sempre una storia da underdog.

Ogni anno si fa a gara per non avere un confronto con loro nella fase ad eliminazione diretta, e questo a causa della mentalità impartita dal loro tecnico, Simeone.

L'Atletico è una squadra da sempre costruita sulla voglia, inscalfibile, di non perdere prima che di vincere, spesso li abbiamo visti fare partite eroiche, stoiche, con tutti e 11 gli uomini dietro la linea della palla per mandare un messaggio chiaro: oltre questo muro non si passa.

E qualche scalpo lo hanno sempre ottenuto, pensiamo al 2020, quando hanno estromesso dalla competizione il Liverpool di Klopp campione uscente e dominatore della Premier League, per poi perdere nel turno successivo col Lipsia, a riprova del fatto che rendono meglio da sfavoriti.

Nel 2016 hanno buttato fuori il Barcellona di Messi, Neymar e Suarez ed il Bayern in successione per poi perdere in finale con il Real (per la seconda volta).

Nel 2022 vanno in casa del City per difendere lo 0-0 e giocarsi il passaggio del turno in casa, con due linee da 5 giocatori senza riferimenti in attacco: il risultato è un 71% di possesso palla per la squadra di Guardiola e zero (!) tiri totali per l'Atletico, quasi riuscendo nell'intento non fosse stato per il gol di De Bruyne al 70'.

Insomma i Colchoneros hanno sempre venduto cara la pelle e sono sempre stati un avversario scomodo per tutti, con individualità anche abbastanza importanti.

Quest'anno però la musica sembra essere cambiata: Simeone cambia registro e mette in campo un Atletico diverso: tiene più palla, ha atteggiamento proattivo, scoprendosi e concedendo anche diverse palle gol agli avversari.

L'Inter non pesca bene dal sorteggio indubbiamente, ma viste le possibili avversarie (essendo arrivati secondi nel girone) non ci si può lamentare, gli spagnoli sono un impegno abbordabile, impegno a cui i Nerazzurri arrivano anche da favoriti.

Non che sia un bene, visto quello che abbiamo detto prima.

Andiamo però nel dettaglio e vediamo cosa contraddistingue questo nuovo Atletico.

LA FORMAZIONE

Tra gli 11 in campo ci sono alcune certezze di sempre, ma anche un paio di novità.

La squadra è schierata con un 532, in porta il solito Oblak, trio di difesa composto da uno tra Savic e Witsel, che può fare anche il centrale all'occorrenza se manca Gimenez, mentre a sinistra Hermoso o, più raramente, Reinildo.

Tra gli esterni c'è tanta scelta: a destra il tuttofare Llorente, Molina o Riquelme, che può anche giocare a sinistra al posto di Lino. A centrocampo intoccabile in cabina di regia il capitano Koke come anche De Paul, ad affiancarli spesso c'è uno tra Saul, Barrios ma anche Llorente.

In attacco imprescindibile Griezmann insieme ad un ritrovato Morata, con degli attaccanti di riserva di tutto rispetto come Depay e Correa (anche qui, Llorente all'occorrenza).

FASE DI POSSESSO

Costruzione

L'Atletico difficilmente butta via la palla, anzi parte spesso dal basso e palla a terra.

E' infatti quindicesimo in campionato per palle lunghe del portiere, segno che preferisce provare a far partire l'azione.

In costruzione l'assetto si trasforma diventando un assetto a 4 dietro: i due al centro sono il braccetto di destra ed il centrale, mentre i terzini sono il braccetto di sinistra ed il quinto di destra.

Un tipico 4+1, con Koke che agisce da vertice basso.

Ad aiutare la costruzione può essere la mezzala di sinistra (Saul o De Paul) formando un 4+2.

Due le particolarità che si possono notare nella prima immagine: la prima è la posizione della due punte, che di norma non rimangono in linea ma uno dietro l'altro (Griezmann in appoggio, non si allarga mai); la seconda è l'asimmetria della struttura, infatti il braccetto sinistro stando largo fa sganciare il quinto di sinistra che rimane molto largo in ampiezza, a destra è proprio il quinto a scendere in costruzione, nessuno poi va ad occupare zone più avanzate.

L'obiettivo è di sviluppare l'azione palla a terra e centralmente, spesso si arriva dalla punta (Morata) che si appoggia a Griezmann, a quel punto il francese può sfogare l'azione sulla fascia opposta con un cambio gioco.

Un difetto della prima costruzione madridista è sicuramente Oblak: il portiere sloveno è sempre stato fenomenale tra i pali ma mai un valore aggiunto con i piedi, non ha grosse letture e si limita a fare passaggi semplici, se messo sotto pressione può sbagliare.

Gli automatismi non sono molto fluidi e l'uscita palla è abbastanza elementare, ma hanno qualità e Koke è un metronomo, sa infatti lanciare con precisione in profondità, pur facendo anche lui qualche errore se costretto a giocare spalle alla porta.

Fase di sviluppo

Se superano il pressing la struttura può rimanere uguale ma anche cambiare grazie ad alcune rotazioni.

Il 4+1 di cui abbiamo parlato di base rimane, come rimane l'asimmetria tra lato sinistro e lato destro.

Le mezzali si piazzano ai lati di Griezmann, che continua a rimanere in appoggio alla punta.

Come può cambiare la struttura? In due modi. Il primo è che il braccetto di sinistra stringe leggermente, formando una linea a 3 e permettendo al quinto di destra di essere esonerato dai compiti di costruzione e salire sulla linea dei centrocampisti.

Altrimenti Koke può smarcarsi sulla linea dei difensori facendo sganciare il quinto di destra, con la mezzala sinistra che prende il posto del vertice basso riformando il 4+1.

Anche qui, la squadra di Simeone può verticalizzare spesso e volentieri, ha due giocatori molto bravi nel farlo ed uno è De Paul, da sempre molto bravo a strappare in mezzo al campo per poi imbucare, è infatti il leader della squadra per xT da passaggi (expectedThreat) con 2.22 ed il secondo in campionato per filtranti effettuati.

Lui e Griezmann sono i due creatori principali (primi in squadra per xA su azione manovrata, rispettivamente con 3.65 e 3.37), il francese in particolare può svariare molto su tutta la trequarti offensiva.

Da citare anche le doti di Lino, che tra i compagni è quello che registra il dato più alto di xT da conduzioni con 1.18.

Il brasiliano parte sempre molto largo a sinistra ma gli piace molto puntare l'uomo e rientrare sul destro, è uno dei pochi a tentare il dribbling.

Le fasce sono fondamentali nello sviluppo del gioco, specie a sinistra.

Questo perché mentre a destra Witsel o Savic hanno uno stile molto più conservativo e difficilmente si buttano dentro, dall'altro lato c'è Hermoso, a cui piace proporsi ed ha ottime qualità palla al piede, oltre ad un'importante progressione.

De Paul può allargarsi, favorito dai movimenti verso il centro del campo di Lino e dialogare con braccetto, esterno e anche punta.

Lino va per vie centrali, De Paul porta palla sulla fascia ed Hermoso segue.
A questo punto ad Hermoso piace molto sovrapporsi internamente una volta creata abbastanza densità sulla fascia.

Attacco linea

L'Atletico ha tante armi per attaccare la linea avversaria, grazie al talento offensivo di cui dispone nell'organico ma anche alle idee di Simeone che ha costruito un buon impianto di gioco.

Ci si basa abbastanza poco su individualismi a parte un paio di elementi, lo dimostra il numero di dribbling della squadra (14.58 p90', sedicesimi in campionato).

In questo ci sono delle similitudini con l'Inter che è anche una squadra che fa poco affidamento agli 1v1 offensivi, stesso discorso, ma al contrario, per i cutback: i Colchoneros sono tra le squadre che li utilizzano di più (quinti in Liga, 0.92 p90') proprio come i nerazzurri.

Diverso invece il dato sui cross, con gli spagnoli che non li utilizzano molto (16.88 p90', quindicesimi) non avendo incursori e punte “d'area” in rosa. 

Sicuramente fanno dell'attacco alla profondità uno dei migliori metodi per attaccare la linea, sia Griezmann che Morata sanno infatti stressare la retroguardia avversaria con buoni movimenti e tempi giusti.

Sono inoltre molto bravi a duettare e le loro capacità associative li aiutano ad attaccare la porta centralmente.

La squadra è, non a caso, terza per filtranti in effettuati in campionato (2.21 p90').

Questo però contro blocchi medio/alti, contro blocchi bassi invece utilizzano molto la fascia sinistra per due motivi: uno è quello di sfruttare Lino e la sua creatività palla al piede e le sovrapposizioni interne di Hermoso.

L'altro è quello di creare densità per poi attaccare il lato debole con il quinto di destra (operazione fatta più spesso quando c'è Llorente, più bravo di Molina a muoversi senza palla).

Nel farlo si può anche vedere la mezzala destra che passa si muove verso l'altra fascia per isolare il lato destro al meglio.

Il rischio quando lo fanno è quello di lasciare scoperta la fascia destra in caso di ripartenza).

Il buon numero di giocatori portati nel terzo offensivo, unito alla presenza di tanti ottimi passatori, rendono l'Atletico una delle migliori squadre del campionato per produzione offensiva: si piazzano terzi i campionato per NPxG (1.74 p90') ma soprattutto primi per NPxG per tiro (0.14), a conferma della qualità delle occasioni che creano.

Riescono inoltre a dominare la partita se vogliono e chiudere gli avversari nella propria trequarti (27.20 tocchi a partita nell'area avversaria, terzi in campionato).

FASE DI NON POSSESSO

Esattamente come è cambiata la fase offensiva, lo è anche quella difensiva.

Gli spagnoli sono più sfacciati di prima e questo li porta a scoprirsi di più, diventando così la nona difesa del campionato (1.20 NPxG concessi p90').

Tuttavia, alcune abitudini non sembrano essere cambiate. Vediamo quali.

Prima pressione

L'Atletico non si distingue per una prima pressione particolarmente intensa, sono infatti quindicesimi per PPDA con 13.25.

Soprattutto i due attaccanti sono molto passivi, difficilmente mettono in difficoltà il portatore di palla o allungano la corsa sul portiere.

I riferimenti, in ogni caso, sono a uomo, con atteggiamenti diversi a seconda se si pressa una retroguardia a 3 o a 4.

Koke è spesso sul vertice basso avversario, che qui si abbassa sulla linea dei difensori, lo spagnolo lo segue fino alla fine.

Quando portano una prima pressione ad una costruzione a 4 sono i quinti ad uscire sui terzini con Koke e la mezzala sinistra ad attaccare le fonti di gioco centrali.

In una prima pressione contro difese a 3 invece sono gli attaccanti ad aggredire i portatori di palla.

L'attaccante di sinistra attacca il braccetto di sinistra se il giropalla si svolge lì mentre quello di destra copre il centrale di difesa e viceversa, lasciando il difensore sul lato debole libero.

Non hanno paura di accettare la parità numerica con i tre dietro, se devono dunque alzano tanti uomini in pressione.

Pressing che però non è molto efficace contro squadre che sono bene dal basso e che utilizzano bene il portiere.

Il Girona, ad esempio, ha messo molto in difficoltà la squadra di Simeone portando molti uomini nella propria trequarti, proprio grazie all'utilizzo del portiere e la presenza di tanti uomini per vie centrali sono usciti spesso dal basso creando transizioni artificiali.

Marcando a uomo, inoltre, gli accoppiamenti sono manipolabili ed allargando le maglie si può trovare spesso l'imbucata centrale, anche direttamente dal portiere.

Blocco basso

Non essendo ottimi pressatori, ai Colchoneros piace rifugiarsi nell'amato blocco basso con il suo 532.

La pressione in fase di sviluppo avversaria cambia, sono le mezzali ad uscire sui terzini, stessa dinamica anche per le difese a 3, con i due attaccanti che rimangono passivi di fronte al giro palla preoccupandosi di chiudere i corridoi centrali.

L'importante per loro è non concedere uno sviluppo centrale ma far sfogare gli avversari sulle fasce, dove mediamente si è meno pericolosi.

Si è visto in qualche partita l'utilizzo del blocco medio ma, anche a giudicare dalle caratteristiche dei giocatori difensivi, preferiscono stare più bassi.

A riprova di ciò, possiamo notare come siano quattordicesimi in campionato per tocchi concessi in area di rigore (23.20 a partita).

La prerogativa di Simeone se utilizza blocchi bassi rimane sempre la stessa: non concedere il mezzo spazio.

In questo è molto zelante si può notare il braccetto che rompe la linea per aggredire l'uomo che cerca di occuparlo, anche in situazioni di pala coperta.

Linea difensiva

La linea, anche vedendo chi la compone, è sicuramente rocciosa, tutti e tre i difensori hanno stazza e sono molto aggressivi, specialmente Gimenez ed Hermoso, soffrono poco le palle alte e questo anche perché preferiscono avere superiorità nella propria area, lasciando meno presidiate le fasce.

Non utilizzano raddoppi infatti, ma contro l'Inter a prescindere non servirebbero vista la carenza di giocatori che dribblano.

Nonostante questo, hanno qualche falla strutturale.

Sono molto attaccabile a sinistra soprattutto, sia per la presenza di Lino che non spicca per attitudine difensiva e per letture, sia per l'aggressività di Hermoso nell'aggredire il portatore di palla, soprattutto se si trova nel mezzo spazio.

Hermoso rompe la linea ma lascia tanto spazio dietro se tra lui ed il centrale, spazio attaccabile dalla punta.

Contro il Girona inoltre sono andati molto in difficoltà quando sono stati attaccati nello spazio tra braccetto e quinto, soprattutto se dal lato debole.

Questo perché non si muovono di reparto lasciando libertà alle individualità dei difensori, molto bravi nei duelli, ma rischiando di peccare in comunicazione e distanze.

Contro squadre che si muovono tanto senza palla vanno in difficoltà, avendo riferimenti a uomo.

TRANSIZIONI

Breve capitolo sulle transizioni.

In quelle offensive non spiccano essendo noni per xG creati in queste situazioni (0.11 p90'), ma ci sono un paio di smarcamenti preventivi che possono portare a buone trame. 

Tra questi c'è quello di Lino, il quinto di sinistra, che in determinate situazioni può staccarsi dalla linea di difesa per occupare l'ampiezza preventivamente.

Un movimento che però è scollegato e disordinato e che rischia di lasciare praterie per gli avversari.

Nella partita contro il Bilbao, tra le squadre che meglio gestiscono le transizioni in tutto il panorama europeo, ha lasciato tanto spazio all'ala destra per fare questo movimento spesso non seguito dal  braccetto di sinistra.

Proprio Lino è uno dei pochi che ha caratteristiche da “contropiedista”, a parte Llorente e De Paul gli altri giocatori infatti non hanno il passo per sostenere transizioni fulminee. 

Lo stesso si può dire anche dall'altro lato del campo.

Gli spagnoli sono tredicesimi per xG concessi da contropiede (0.12 p90'), soffrono spesso una volta perso il possesso del pallone nonostante siano la seconda squadra in campionato per GPI (tentano la riaggressione il 54.50% delle volte), segno che il gegenpressing è fatto, ma male nella maggior parte delle occasioni.

PREVIEW INTER ATLETICO

Benissimo, ora che avete letto tutto questo cestinatelo, perché è arrivata tramite Sky la probabile formazione che Simeone utilizzerà stasera. 

Se è vero che abbiamo appena scritto di un Atletico più sfacciato e proattivo, è anche vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio. 

Le probabili formazioni.

L'utilizzo di Reinildo come quinto di centrocampo (solitamente usato come braccetto di difesa) e di Llorente come punta suggerisce un Simeone che vuole andare a San Siro a fare una partita rinunciataria concentrandosi sulle transizioni offensiva per poi giocarsi la qualificazione in casa al ritorno.

Scelta dettata anche dall'assenza di Morata che grazie ai suoi attacchi della profondità allungava la squadra, Llorente è l'unico che può sollecitare la linea interista sotto quel punto di vista, dato che Depay è più un giocatore che viene incontro per dialogare coi compagni.

Se L'Atletico alzasse il baricentro allora sarebbe molto utile la connessione tra Barella e Bastoni come abbiamo visto contro la Salernitana, dato che è una linea di passaggio che, come detto, gli spagnoli hanno sofferto contro il Girona.

Altrimenti sarà fondamentale l'apporto dei braccetti. 

Barella probabilmente occuperà il mezzo spazio di destra attirando Hermoso, a quel punto Pavard può essere un fattore con i suoi inserimenti senza palla, in scene che potrebbero essere molto simili a quelle viste contro la Juventus.

Anche in quel caso la retroguardia preferiva avere superiorità in area, l'Inter potrebbe sfruttare le fasce, spesso volutamente occupate da meno uomini per poi sperare di trovare il vero giusto per il cross.

Il loro pressing non dovrebbe minimamente spaventare Inzaghi, anzi si spera vengano a prendere alti i nerazzurri il più possibile, ma è uno scenario che difficilmente vedremo.

Per il resto, l'Atletico difende bene la migliore arma dell'Inter ovvero l'ampiezza, è molto brava nei duelli difensivi e soprattutto ha tra le proprie fila Antoine Griezmann, il giocatore che più di tutti può essere l'ago della bilancia di questo confronto.

La sua capacità di ricevere tra le linee ed il suo decision making nelle transizioni possono essere due fattori nella sfida di San Siro, è un tipo di giocatore che la squadra di Inzaghi ha sempre sofferto e che si spera non sarà in palla, le sorti dei Colchoneros, soprattutto ora che non c'è Morata, passano soprattutto da lui.

Tutto pronto dunque per una sfida intrigante ma che sicuramente lascerà tanti spunti, buon Inter-Atletico a tutti!


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