Tutto sotto controllo. L'Inter reagisce rabbiosamente alla brutta sconfitta in coppa, competizione con cui la Beneamata, nella storia recente, ha sempre avuto un ottimo feeling essendosi presentati da bicampioni in carica, per questo c'era da aspettarsi una reazione importante in campionato davanti al proprio pubblico.

La prestazione è arrivata ed anche il risultato: 2-0 netto ed una partita giocata sempre in controllo, rischiando poco o nulla e creando tante palle gol (2.92xG prodotti), costringendo il portiere avversario a superarsi in più occasioni.

Tutto questo, ed è importante sottolinearlo, orfani di Lautaro, alle prese con un fastidio muscolare che lo terrà fuori almeno per un'altra partita, e Dimarco (vedi Lautaro).

Inzaghi dimostra per l'ennesima volta di aver creato una macchina che funziona a prescindere dagli interpreti, si, ma allo stesso riesce a mutare appena questi cambiano.

Senza il Toro abbiamo visto un'Inter che cerca di passare più dalle fasce, con gli attaccanti che fungevano più da catalizzatori o “esche” che da partecipanti attivi alla manovra.

Dall'altra parte il Lecce è sembrato molto spento, non è mai riuscito ad incidere in transizione ed alcuni singoli sono apparsi poco ispirati, anche se su questo c'è il merito dei giocatori nerazzurri.

Inzaghi però sapeva di non poterli sottovalutare (finora il loro campionato è stato sorprendente), in campo conferma Bisseck dopo l'ultimo grande momento di forma del tedesco e schiera Arnautovic per rimpiazzare Lautaro.

Le formazioni ufficiali.

La partita segue in chiaro canovaccio sin dall'inizio: l'Inter fa la partita, il Lecce prova a pressare alto ma non riesce mai ad infastidire la costruzione dei padroni di casa.

I pugliesi infatti sono terzi in Serie A per PPDA (11.58), l'atteggiamento in fase di non possesso, sulla prima pressione, è molto aggressivo come lo è quello dei due centrali, che seguono i due attaccanti anche in posizioni più avanzate.

Il loro pressing però è stato inefficace ieri, con l'Inter che ha trovato tante vie per completare i disimpegni.

Uomo su uomo, con i terzini che salivano sui quinti.

In primis, essendo una pressione con riferimenti sull'uomo, i Nerazzurri hanno cercato di allargare molto le maglie avversarie per andare verticalmente dagli attaccanti e salire. 

Abbiamo visto infatti molte costruzioni a 4 con Bisseck o Bastoni larghi e Barella molto coinvolto in fase di possesso per attirare la pressione e svuotare il centrocampo, favorendo passaggi diretti verso gli attaccanti o più spazio per Mkhitaryan dietro la prima linea di pressione.

Oudin sale su Barella lasciando tanto spazio in mezzo al campo, Darmian va dritto sull'attaccante, Mkhitaryan comincia a leggere la situazione.
Arnautovic di prima serve Thuram, i due centrali del Lecce sono molto alti e Mkhitaryan sfrutta la cosa inserendosi centralmente e costringendo Gendrey a stringere il campo.
Difesa del Lecce collassata lato palla e c'è tanto spazio per Carlos Augusto sul lato debole, raggiunto dal cambio gioco di Barella.

Non solo, l'Inter ha costruito molto a sinistra, utilizzando Bastoni come regista aggiunto e sfruttando la pressione di Gendrey su Carlos Augusto per attaccare la fascia con lanci lunghi verso Mkhitaryan.

Attacco da sinistra verso destra, da questa heatmap si può vedere la preferenza dell'Inter nell'attaccare lì.

In quelle situazioni i Nerazzurri trovavano spesso la superiorità numerica.

Gendrey sale su Carlos Augusto, Mkhitaryan attacca lo spazio alle sue spalle.

Mentre Bastoni era un costruttore, Bisseck ha fatto una gran partita da invasore: a differenza del collega italiano infatti occupava molto più l'area e faceva tante conduzioni verso il centro del campo per rompere le linee di pressione.

Proprio sulla fascia, come anticipato prima, i padroni di casa hanno fatto le proprie fortune.

Il Lecce si disponeva con un 433\442 e blocco basso una volta che i Nerazzurri superavano la pressione, ma non riuscivano mai ad arginare le dense catene laterali interiste.

In questo contesto Barella ha fatto una grande partita: la mezzala sta pian piano riuscendo a coadiuvare i compiti da costruttore (aumentati da quando Brozovic se n'è andato) con quelli da rifinitore (ruolo in cui è un po' mancato in questi ultimi mesi).

Per fare un modo di avere tanti uomini in fascia Calhanoglu si abbassava spesso sulla linea difensiva per favorire la salita di Bastoni, con Barella che stringeva la posizione.

Quel suo posizionamento dal lato debole gli ha permesso di ricevere tanti palloni nell'ultimo terzo, facendo spesso la scelta giusta in fase di rifinitura, fortunatamente.

Importante anche il modo con cui Inzaghi ha manipolato le marcature a uomo di D'aversa: la costruzione “orientava” il pressing avversario per favorire verticalizzazioni veloci e superare velocemente le linee di pressione.

Mkhitaryan molto stretto per favorire la verticalizzazione, Gendrey sale in pressione invece che infoltire la zona centrale dell'ultimo terzo di campo.

In fase di non possesso il tecnico interista era probabilmente molto preoccupato dell'esuberanza ed esplosività di Banda, che viene da un grande periodo di forma.

Il pressing non era aggressivo come altre volte e suoi terzini c'era una pressione ibrida rispetto a quelle che abbiamo visto solitamente con Inzaghi.

Infatti a salire sugli esterni bassi avversari sono solitamente o le mezzali o i quinti, in questo caso invece sul terzino sinistro (il lato di Banda) c'era Barella mentre a destra saliva regolarmente Carlos Augusto.

Costruzione a sinistra. 
Costruzione a destra.

Questo perché probabilmente Inzaghi Inzaghi preferiva che fosse Darmian ad occuparsi di Banda, l'italiano è infatti molto bravo negli 1v1 difensivi, Bisseck ancora pecca in quel fondamentale soprattutto contro avversari brevilinei, che possono sfruttare la sua lentezza nel primo passo (complice la sua stazza).

Lecce che non ha creato granché durante la partita, ma qualche volta è riuscita comprimere la linea interista  per attaccarla sul lato debole (stile Inzaghi).

Bastoni è su Strefezza ma non riesce ad impedirgli di condurre, Acerbi scala sulla mezzala che si è inserita, Bisseck su Piccoli e Darmian (fuori dall'inquadratura) su Banda, c'è quindi spazio per l'inserimento largo di Oudin (anche lui fuori dall'inquadratura).

Nel secondo tempo abbiamo visto più volte Bisseck accoppiato a Banda, questo probabilmente perché il Lecce è passato dal costruire da 4+1 a 4+2 con l'ingresso di Banda, con conseguente pressione di Barella sul mediano invece che sul terzino, ma fortunatamente l'esterno giallorosso è stato contenuto molto bene.

Inter che si conferma animale da campionato, in Serie A al momento va col pilota automatico nonostante qualche infortunio di troppo ed inatteso (Lautaro e Dimarco sono sempre stati due stakanovisti), arrivati comunque al “momento giusto” dato che adesso per un mese si giocherà una volta a settimana.

C'è dunque tutto il tempo per recuperare energie fisiche e mentali e lanciarsi verso un febbraio che si preannuncia molto delicato. 

Intanto, i ragazzi di Inzaghi aspettano di affrontare il Genoa di Gilardino a Marassi, una trasferta insidiosa in un weekend che vedrà la Juve sfidare la Roma in una partita di alta classifica, con l'ex Mourinho che potrebbe fare un favore ai Nerazzurri rallentando i bianconeri.


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