Ci siamo. Tra una settimana esatta sapremo se i tifosi nerazzurri potranno sperare di conquistare la tanto agognata seconda stella in questa stagione, o se bisognerà incominciare a guardarsi alle spalle con apprensione. 

Il countdown è iniziato. Domenica sera allo Juventus Stadium l’Inter cercherà una vittoria che potrebbe rilanciare le ambizioni da Scudetto dei campioni in carica, oppure spegnerle definitivamente. Dopo i due pareggi contro Torino e Fiorentina, la truppa di Inzaghi non può più sbagliare se non vuole perdere contatto da Napoli e Milan che l’hanno recentemente sorpassata. L’impegno però è dei più difficili, visto che i nerazzurri non vincono nella Torino bianconera da quasi dieci anni: novembre 2012 Juventus - Inter 1-3, in campo il tridente Palacio-Milito-Cassano e Stramaccioni in panchina. Una vita fa. Nel mezzo dieci anni di sconfitte, con qualche pareggio qua e la a rendere meno amara una tradizione decisamente sfavorevole allo Stadium. 

Inzaghi è chiamato ad espugnare il fortino bianconero, cosa che non è riuscita nemmeno al suo predecessore Conte, ma che l’ex allenatore biancoceleste deve cercare di realizzare a tutti i costi. Perché l’Inter da due mesi a questa parte si è smarrita: 7 punti in 7 partite sono una media da retrocessione, non da scudetto e perché caso di successo la Juve si porterebbe ad una sola lunghezza dalla Beneamata. Se il nuovo anno si era aperto con la vittoria in Supercoppa proprio contro la Juventus, ecco che poco meno di 4 mesi dopo la situazione è decisamente cambiata: smarrito l’entusiasmo a causa di una serie di risultati deludenti che hanno visto dilapidare il cospicuo vantaggio accumulato nella prima parte di stagione, l’Inter deve credere nell’impresa allo Stadium, appoggiandosi sul ritorno dell’asse centrale De Vrji - Brozovic, e con un Lautaro Martínez che, smaltito il Covid, ha voglia di rilanciare l’Inter e se stesso in una notte da grandi campioni. 
A lui e Dzeko si affiderà Inzaghi per cercare di scalfire la difesa di Allegri, mentre si affiderà a Skriniar per cercare di contenere un Vlahovic che rappresenta la minaccia numero uno per la difesa interista. Se c’è qualcuno che può provare ad arginarlo questi è proprio il muro slovacco, dopo che il centravanti serbo ha già dimostrato di soffrire marcatori fisiche ed asfissianti. 

Tutta l’Inter si unisce intorno al proprio allenatore per rompere il tabù Stadium e tornare a sperare ad uno Scudetto che partita dopo partita si è allontanato sempre di più. 


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