Inzaghi in conferenza stampa
Inzaghi in conferenza stampa

L’Inter perde meritatamente un derby dove, esclusa la reazione di nervi una volta sotto di due reti, il Milan è stato superiore in quasi ogni singolo aspetto.

La squadra di Inzaghi ha confermato, all’appuntamento più importante, tutte le preoccupazioni del mondo interista: una difesa decisamente troppo ballerina, un portiere ormai inadatto a certi livelli e molti singoli decisamente sottotono e lontani parenti di quelli ammirati nelle scorse stagioni. Anche Inzaghi, forse soprattutto Inzaghi, è sul banco degli imputati. Al tecnico, infatti, si addossano le colpe di una cattiva gestione della rosa. Ieri, infatti, sarebbe dovuta essere la partita giusta per “vendicare”, sportivamente parlando, l’epilogo della scorsa stagione. Invece non si è visto nulla di tutto ciò. L’Inter è apparsa scollegata, titubante, impaurita. L’unica reazione d’orgoglio è arrivata da Dzeko e Mkhitaryan, guarda caso i due giocatori più abituati a certi palcoscenici di tutta La rosa  nerazzurra.

Inzaghi, quindi, ha dimostrato di non aver trovato una cura a nessuno dei mali apparsi in queste prime giornate: nessuna cura contro una difesa a tratti raccapricciante, nessuna cura contro un Handanovic ormai insostenibile, specialmente ora che c’è un secondo come Onana in panchina e tanto altro ancora. 
 

La cosa che, però, preoccupa maggiormente di Inzaghi è che lo stesso allenatore sembra disconnesso dalla realtà. In occasione delle due sconfitte - nette - contro Lazio e Milan, l’allenatore nerazzurro ha giustificato il risultato accampando scuse “se entra il colpo di testa di Dumfries” e “abbiamo avuto trenta minuti di blackout” dimostrando di non vedere (o non volere vedere) gli enormi problemi che ci sono intorno all’Inter vista sinora. È vero che la difesa è sempre quella che con Conte non subiva mai goal e che l’anno scorso ha fatto 8 gare mantenendo la porta inviolata ma il discorso è decisamente più ampio e l’unico che può metterci mano è proprio Simone Inzaghi. Anche il capitolo portiere è delicato: inutile continuare a guardare gli altri portieri parare e continuare con Handanovic in porta come riconoscenza per il passato e per via della fascia da capitano portata al braccio: lo sloveno, ormai, non dà alcuna garanzia e non fa più la differenza in positivo per l’Inter da tempo. Eppure, anche con un portiere del calibro di Onana in panchina, la titolarità di Handanovic non è ancora mai stata messa in discussione.

Questa è la cosa che desta maggior preoccupazione, perché se non si vedono i problemi diventa impossibile correggerli, ma se i problemi ci sono vanno corretti, o quantomeno va cercata una soluzione. L’Inter ne ha bisogno. Inzaghi deve capirlo e lavorarci. Mercoledì arriverà a San siro il Bayern e trenta minuti di blackout potrebbero far malissimo.


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