Road to Istanbul, fonte: Profilo Twitter UEFA
Road to Istanbul, fonte: Profilo Twitter UEFA

È successo, Pep Guardiola ancora una volta intralcerà il cammino europeo dell'Inter, dopo i dolci ricordi del 2010 i nerazzurri sono chiamati ad un'altra battaglia contro una macchina perfetta guidata dal tecnico spagnolo. Nel 2010 finì in gloria, con la clamorosa eliminazione del Brcellona di Xavi, Iniesta e Messi, a detta di tutti una delle squadre più forti della storia del calcio. Dopo 13 anni sarà ancora una creatura di Guardiola l'ostacolo maggiore per la Coppa delle grandi orecchie, ma questa volta non si tratta dei blaugrana ma di un Manchester City assetato di storia.

Divari

Mettendo da parte e scaramanzie varie e frasi fatte, allo stato attuale l'impresa è proibitiva. La patita di ieri sera ha dato l'idea di una squadra che pratica uno sport diverso, oltre trecento passaggi in una singola sfida, pressing asfissiante e possesso palla logorante. Il Manchester è una squadra impressionante sotto tutti i punti di vista. Come sottolineato dalla Gazzetta dello Sport, l'Inter ha speso un terzo rispetto al City. Da una parte una società che ha preso i migliori prospetti del pianeta a fior di quattrini, dall'altra una società economicamente malata che ha fatto di necessità virtù, facendo incetta di parametri zero e prestiti. Un divario tecnico/economico notevole.

Sogni

Ma il calcio appassiona milioni di tifosi perché non è una scienza esatta. Non esistono partite perse in partenza e l'esito finale spetta sempre al campo, che spesso ha portato in dote assoluti miracoli. L'Inter, come è logico che sia, parte sfavorita ma può giocarsi le sue carte. Il Manchester è una macchina perfetta, ma la perfezione assoluta non esiste, gli inglesi giocano molto ma allo stesso tempo lasciano spazi e concedono opportunità agli avversari. L'Inter dovrà essere brava a capitalizzare al massimo le opportunità. Sarà la classica sfida in stile Davide contro Golia, Simone Inzaghi tenterà l'assalto al calcio miliardario degli sceicchi, con la possibilità di dimostrare che non sempre vince chi spende. Il sogno è li a portata di mano e anche la storia, proprio la cosa che la macchina perfetta di Guardiola non ha.

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