Alexis Sanchez, fonte: profilo Twitter Inter
Alexis Sanchez, fonte: profilo Twitter Inter

“Oggi (mercoledì sera ndr) avevo fame di vincere, speravo di giocare dopo la Lazio. Sono come un leone in gabbia, se mi lasciano giocare sono un mostro. Poi sceglie il mister. Momenti difficili? Non ho mai avuto momenti difficili, solo che non mi facevano giocare. Poi le scelte del mister si rispettano. Conte mi diceva 'nessuno è come te qua, ti metto ultimi 15 minuti perché spacchi la partita'. Ma mettimi prima, mi fai soffrire”, così ha dichiarato Sanchez al termine della finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus, vinta dall'Inter grazie alla sua rete al minuto 120:01 dell'incontro.

Non è difficile comprendere il messaggio che vuole lanciare il cileno: el Niño Maravilla vuole giocare di più. E allora occorre farsi questa domanda: se lo merita?

A questa domanda non è nemmeno tanto difficile rispondere: i numeri parlano chiaro. Tutte le volte che è sceso in campo da dal primo minuto, Sanchez ha fatto la differenza. Nelle sue 26 presenze da titolare con i nerazzurri, infatti, Alexis ha partecipato a ben 24 gol, con ben 11 reti e 12 assist. Oltre alle tantissime occasioni, che costantemente crea, sciupate e ai gol o assist annullati come quello messo a ciliegina su Lautaro nell'ultima sfida di campionato contro la Lazio, negato per fuorigioco millimetrico.

Inoltre a questo, anche l'immenso lavoro e l'encomiabile dedizione che mette in campo da subentrato sono un altro valido motivo per premiarlo e concedergli più spazio. Sono capitate un bel po' di volte dove el Niño Maravilla ha risolto delle partite per i nerazzurri. L'ultima proprio nella finale di ieri sera, dove all'ultimo secondo dell'ultimo tempo supplementare ha deciso l'incontro con la sua rete. Ovvero sia il gol numero 4 da subentrante, unito ai suoi 6 assist.

Insomma, numeri da vero top player e che legittimano la richiesta - forse espressa fuori luogo ma, visto il momento, anche no - di assegnargli un ruolo più importante e presente nelle gerarchie di Simone Inzaghi.

Ma c'è un "però": come ben sappiamo, Alexis non è esattamente una roccia in quanto a solidità fisica. Il cileno è spesso soggetto ad infortuni che lo precludono solitamente per una lunga durata di tempo. Pertanto, tenuto conto di questo, forse la strada migliore è la via di mezzo: ovvero concedere a Sanchez certamente più minutaggio e più gare con la maglia da titolare, ma facendo pur sempre attenzione a non esagerare.

D'altronde, viste le sue incredibili doti, è decisamente meglio un Sanchez in forma non sempre titolare che un Sanchez quasi sempre in infermeria. 

 

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