Definire il termine iconico, nella lingua italiana è molto semplice, ecco la comune definizione nel vocabolario: Dell’immagine, fondato sull’immagine; esemplare, emblematico, di modello popolare e rappresentativo di un fenomeno.

Ecco, adesso chiudete gli occhi e pensate alla vostra squadra del cuore che si appresta a vincere il ventesimo campionato della sua storia, quello della seconda stella, uno scudetto indimenticabile che segnerà la vita dei piccoli tifosi nerazzurri del futuro. Un po' come lo scudetto di Trapattoni e tutte quelle figure mitologiche come Berti, Brehme e Matthäus.  Un po' come i Corso, Mazzola, Suarez della grande Inter di Herrera o Sneijder, Eto'o, Milito dell'Inter triplettista del profeta di Setubal

Beh per ogni annata, per ogni trionfo c'è una immagine chiara e indelebile che segna un ricordo immortale. L'immagine chiara di questa stagione può essere la faccia da bravo ragazzo di Davide Frattesi che con due gol al 95' in due partite diverse, ha regalato alla sua squadra quattro punti pesanti come macigni per un trionfo tanto atteso e desiderato. Frattesi può andare a comporre il terzetto dell'Inter di Inzaghi da ricordare a menadito negli anni, Frattesi può diventare davvero l'uomo del destino di questa Inter frantuma record e spappola fegati.

Iconica è sicuramente l'esultanza di Davide dopo il gol contro il Verona. Lui aggrappato ai cancelli senza pantaloncini e con gli slip neri in bella mostra, peraltro in un primo pomeriggio di gennaio, non proprio la giornata più calda dell'anno, dopo un gol che vale tre punti al culmine della più classica partita in stile pazza Inter. Sembra passata una vita e invece stiamo parlando del 6 Gennaio 2024, la prima partita di un anno magico per i nerazzurri che al momento sono imbattuti in campionato nell'arco dell'anno solare. E pensare che tutto era iniziato con un incontro difficilissimo, tendente al classico psicodramma in grado di gettare ombre sul tricolore tanto desiderato da tutto il mondo interista e richiamare vecchie ombre e antichi fantasmi. Henry al 74' pareggia il gol di Lautaro e lo stesso attaccante scaligero al 100' sbaglia un rigore. Nel mezzo succede letteralmente di tutto e alla fine ci pensa Frattesi a segnare il gol partita e dare la spinta definitiva ad una squadra che si trasforma in un'autentica schiacciasassi. Perchè proprio lì nasce la spinta vorace di una squadra che ha fatto di un sol boccone tutte le avversarie.

E Davide ha avuto il grande merito di ripetersi, nella difficile gara di Lunedì ad Udine, trasferta storicamente sofferta dai nerazzurri. Partita anche questa in stile pazza Inter, con Samardžić, proprio lui che in estate era stato ad un passo dal vestire il nero blu, che beffa Dumfries e Sommer, con lo spettro di Radu calato incredibilmente sul Bluenergy Stadium. Poi nel secondo tempo i nerazzurri sembrano svegliarsi. Thuram guadagna un calcio di rigore grazie ad un intervento sciagurato di Okoye, che il solito Çalhanoğlu trasforma impeccabilmente. Poi la partita sembra scivolare inesorabilmente verso un pareggio che in fin dei conti potrebbe anche andare bene agli uomini di Inzaghi. Sembra, però. Ma nessuno aveva fatto i conti con l'uomo del destino, con Davide Frattesi, il giocatore che parte sempre dalla panchina e che si trova sempre al posto giusto al momento giusto. Così ancora una volta al 95', ancora una volta all'ultimo secondo, Davide si trova lì e dopo il palo di Lautaro, deposita in rete un pallone pesantissimo.

I numeri di Frattesi sono semplicemente assurdi. Con il 10% di titolarità, con appena il 22% di minuti giocati, Davide ha messo a referto 5 gol e 2 assist. Numeri da attaccante, numeri da predestinato. Frattesi, al suo primo anno in nerazzurro, senza nemmeno essere titolare rischia di diventare l'uomo simbolo di questa Inter, l'icona dell'Inter della seconda stella, l'uomo simbolo dell'Inter dei record del ventunesimo secolo.

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