La terza maglia con la quale l'Inter ha sconfitto il Bologna 6-1 (Instagram)
La terza maglia con la quale l'Inter ha sconfitto il Bologna 6-1 (Instagram)

Nero e azzurro in omaggio al cielo e alla notte che, il 9 marzo 1908, i fondatori del neonato Football Club Internazionale Milano trovarono sopra le loro teste una volta usciti dal ristorante L’Orologio. Tutti i tifosi dell’Inter conoscono questa storia che racconta le origini cromatiche della loro squadra. Molti invece, probabilmente, non ricordano da dove siano saltate fuori le terze maglie. Perché se è vero che una doppia divisa c’è sempre stata (bianca, salvo rarissime eccezioni), la terza maglia è comparsa ad un certo punto nella centenaria storia del club per poi sparire e tornare, prepotentemente, nell’ultimo trentennio. Alcune di queste sono state fortemente criticate per la loro lontananza dalla tradizione del club, altre, molto poche, sono invece diventate mitiche, ma la maggior parte di questi esercizi di stile è stata totalmente dimenticata.

Le terze maglie dell’Inter storiche…

La partita vinta con il Bologna per 6 a 1 ha visto l’esordio della nuova terza maglia dell’Inter. I ragazzi di Inzaghi sono scesi in campo con una divisa nera ornata al centro da colori fluorescenti e bande diagonali a rappresentare l’impegno del club contro ogni forma di discriminazione e disuguaglianza. Non manca il richiamo alla storia: le bande, infatti, riprendono quelle presenti sulla seconda maglia indossata tra il 1989 e il 1991. Ma la divisa usata in questo inizio di stagione può già entrare nella storia dell’Inter per un altro motivo: si tratta infatti della prima maglia con il triplo sponsor. Mentre i marchi presenti sul petto e sulla schiena sono ormai un must per il club gestito dagli Zhang, la patch presente sul braccio fa entrare i nerazzurri nel mondo degli sponsor di manica.

E restando in tema di sponsor e della loro storia, come non citare la quarta maglia della stagione scorsa: la coloratissima divisa in stile anni Novanta, infatti, è stata l’ultima a riportare lo storico “Pirelli” stampato su una maglia dell’Inter. Un rapporto, quello con l’azienda di pneumatici, durato ben 26 anni. Una maglia, questa, che ha avuto un doppio ruolo nella storia recente del club: da un lato Pirelli che lascia, dall’altro l’esordio del nuovo (discutissimo) logo.

Una stagione, quella dello scudetto targato Conte, che ha visto un altro mostro sacro vestire l’undici scelto dall’allenatore salentino. La terza divisa di quell’Inter, infatti, era nientepopodimeno che una replica della mitica terza maglia della stagione 1997-98, quella della storica vittoria di Simoni e Ronaldo in Coppa UEFA, in finale contro la Lazio. Una maglia, questa, che è stata riproposta, dopo il successo europeo, in altre occasioni: oltre che la scorsa stagione, infatti, è stata utilizzata durante gli anni vittoriosi della prima era Mancini. A cambiare, tra la versione degli anni Novanta e quelle degli anni 2000 e del 2020 è stato però lo sponsor tecnico: a vestire Ronaldo era Umbro, Adriano prima e Lukaku dopo hanno invece utilizzato maglie firmate da Nike.

Ronaldo solleva la Coppa UEFA con la terza maglia diventata mitica (Instagram)

Da non dimenticare poi le maglie “celebrative” degli anni delle ricorrenze, come la bianca con croce rossa (che è stata anche seconda maglia per una stagione) utilizzata per festeggiare il centenario del club nel 2008, oppure la speciale lanciata nel 2018 per il ventesimo dell’accordo con Nike: in questo caso, vennero unite insieme le diverse maglie nerazzurre presentate dal gigante americano negli anni precedenti.

Un’altra, storica, terza maglia dell’Inter è, infine, di colore giallo. A dire il vero, la terza maglia dei nerazzurri è stata per moltissimi anni semplicemente gialla. La prima di questa lunga lista comparve addirittura nella stagione 1980-81, è lì che bisogna collocare l’esordio del concetto di terza maglia per quanto riguarda la storia dell’Inter. Come spesso accade, furono quindi ancora una volta gli anni Ottanta a regalare una novità al calcio italiano anche se, a onor del vero, già a partire dagli anni Cinquanta era capitato, in rare occasioni, che venissero utilizzate maglie di colore differente dalle prime due. Il modello lanciato da Puma, però, fu il primo presentato assieme alle due maglie tradizionali. L’esperimento non ebbe però seguito e, per vedere l’Inter scendere nuovamente in campo con una maglia che non fosse nerazzurra o bianca sarebbero dovuti passare oltre dieci anni. A partire dal 1991, per cinque anni la terza divisa dell’Inter fu completamente gialla. Un modello che sarebbe poi tornato per alcune stagioni nei primi anni Duemila e di nuovo nel 2015-16.

La prima "terza maglia" della storia dell'Inter indossata da Carlo Muraro nel 1980 (Wikipedia)

…e quelle meno

A spezzare la “monotonia” della maglia gialla fu, nel 1994-95 una maglia totalmente in rottura con la storia dell’Inter. In quell’anno, che vide l’arrivo di Massimo Moratti alla presidenza del club, la squadra scese in campo con una quarta maglia (la terza era ancora una volta…gialla) completamente rossa ornata, al centro del petto, dallo sponsor di allora, Fiorucci. Una maglia, questa, che rimase nel cuore del presidente (affascinato fin dal bambino, pare, dal rosso del Manchester United), al punto che nel 2012 venne presentata una riedizione che divenne addirittura la seconda divisa della squadra. Una stagione questa non scelta a caso: fu proprio l’ultima di presidenza di Moratti che, nell’ottobre 2013 avrebbe ceduto la società alla International Sports Capital di Erik Thohir. Una scelta cromatica che, però, non piacque ai tifosi, tanto che la curva scrisse in un comunicato che quella maglia rappresentava “un vero e proprio pugno in un occhio ed un altro allo stomaco da lasciare senza fiato. Un insulto alla nostra storia e alle nostre tradizioni, in nome del Dio denaro che, ormai, ha posto le logiche di marketing in cima ad ogni graduatoria di valori”.

Sempre negli anni Novanta, Umbro presentò anche un’altra maglia dai colori sgargianti: correva la stagione 1995-96 e la terza divisa dell’Inter presentava scelte cromatiche insolite, come le strisce di un verdino accesso. Queste vennero riprese nel 2016 per la terza maglia nota nelle battute sui social network con il soprannome di “Sprite”, per la somiglianza incredibile con le lattine della nota bevanda americana.

Keita con la terza maglia del 2018 (Instagram)

Altre maglie che, se possibile, hanno lasciato ancora meno il segno sono state l’arancione utilizzata tra il 2000 e il 2002, la blu con banda nera del 1998, così come, in anni più recenti, l’azzurrina del 2014, la blu del 2017 e la grigia con croce…grigia del 2018. Meglio è andata l’anno successivo, con una “total black” con dettagli gialli (ecco il colore “storico” che torna) che presentava richiami a storiche maglie come il colletto simil-prima maglia della stagione del Triplete e gli inserti della stessa tonalità della maglia…del 1997. Ancora una volta, il mito che torna. Anche nella terza maglia.

 

 

Federico Sanzovo


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