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Negli ultimi due anni, sotto la guida di Conte, Bastoni è diventato uno dei più forti difensori italiani in circolazione, col suo modo molto moderno di interpretare il ruolo che ha attratto non poche attenzioni anche all'estero. 

INIZI - Bastoni all'Inter arriva, nel 2017, da totale sconosciuto, ad una cifra alta per un giovane di belle speranze ma con zero esperienza in Serie A (31 MLN). Molti dubitano di questa operazione, qualcuno addirittura mette in discussione l'aspetto sportivo della stessa. L'Inter e l'intera dirigenza invece erano convinti di aver pescato un vero e proprio asso. Dopo la parentesi in prestito al Parma, Bastoni fa ritorno in nerazzurro proprio quando Conte diventa allenatore. Il suo fu amore a prima vista. Dopo soli pochi allenamenti, il mister decide di volerlo con se per tutta la stagione, eliminando qualsiasi idea di prestito o crescita altrove. 

ESPLOSIONE - Bastoni ripaga ampiamente la fiducia concessa a suon di prestazioni, col suo modo molto moderno di interpretare il ruolo di braccetto di difesa e con le sue eccelse qualità palla al piede, che permettono a Conte di costruire sfoghi di gioco alternativi. Il suo piede educato, i suoi lanci millimetrici ad aprire il gioco, i suoi ribaltamenti di fronte diventano presto indispensabili, tanto da sacrificare un totem come Godin pur di trovare spazio per lui. Dopo Conte, anche Mancini si accorge della sua crescita esponenziale ed inizia a chiamarlo in pianta stabile in Nazionale. Fin da subito dimostra di fidarsi ciecamente di lui, facendolo esordire prima e portandolo dopo con se ai trionfali Europei di quest'estate. 

COSTANTE CRESCITA - Lo scorso anno, nella cavalcata trionfale nerazzurra, di Bastoni si ricordano principalmente due immagini, emblema di quello che è il suo calcio e delle sue qualità. Il lancio per Barella in Inter-Juve, perfetto, chirurgico e millimetrico, e la sgroppata con cross al bacio per Lukaku nella sfida di Pasqua a Bologna, che sancisce il definitivo strappo al campionato. Queste due immagini racchiudono l'essenza di Bastoni, bravo a fare il braccetto di difesa moderno, ma con le qualità e i movimenti di un terzino. 

CONFERMA - Crescita che non si è arrestata neanche quest'anno, al netto di qualche piccolo calo mostrato soprattutto nella gara contro la Spagna di Nations League. Anche Inzaghi, così come Conte, si è affidato al numero 95, nonostante l'esplosione di Dimarco. Nell'ultima partita, addirittura, ha guidato la difesa da centrale puro, sostituendo lui l'infortunato De Vrij, cavandosela come sempre egregiamente. 

Essendo un ‘99, di sicuro ha ancora ampi margini di miglioramento e di crescita, ma per quanto fatto fin qui, si può affermare con certezza che l'Inter, in quel 2017, ha pescato un vero e proprio asso, l'asso Bastoni. 

Fabio di Iasio 


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