L'accordo, stando a quanto riferisce la Gazzetta delle Sport, sarebbe imminente, con le parti pronte a mettere tutto nero su bianco al termine di queste quattro partite, indipendentemente dal risultato. Un attestato di stima totale quindi, frutto del lavoro quotidiano e non del numero di trofei portati a casa. 

RINNOVO MERITATO - Visto il lavoro fatto e la qualità del gioco espressa per lunghi tratti della stagione, il rinnovo sarebbe più che meritato. Un'Inter così bella raramente si era vista in passato, in grado di giocare un calcio armonioso e fluido come pochi in Europa. Il tutto, considerando da dove si era partiti a Luglio, con una squadra smantellata nei suoi cardini principali, senza grandi prospettive, con un mercato povero e condizionato dalle mille voci negative sui conti societari. 

Sicuramente per Inzaghi l'Inter rappresentava uno step di crescita importante e quindi, a differenza di Conte, aveva tutto da guadagnare nel guidare la squadra campione d'Italia, anche se pesantemente azzoppata. Infatti l'entusiasmo e la voglia di lavorare con questo gruppo si sono visti fin dal ritiro, condizionando in positivo l'intero ambiente. Neanche la partenza di Lukaku lo ha destabilizzato, come neanche le fragilità che ad inizio campionato hanno portato la squadra a perdere punti banali. Tutte sono state occasione di crescita, momenti di difficoltà da cui uscire con il lavoro, suo e del suo staff. 

L'evoluzione dell'Inter, del resto, è sotto gli occhi di tutti. Non solo a livello di gioco ma anche di risultati. Una Supercoppa già in bacheca, una finale di Coppa Italia e un Campionato ancora tutto da giocarsi. Senza dimenticare il ritorno agli ottavi di Champions League e le due magnifiche partite giocate contro il Liverpool, una squadra in lotta per vincere tutto ciò che una stagione può mettere in palio. 

DA MIGLIORARE - Tra i tanti alti della sua gestione però, non mancano alcuni aspetti su cui riflettere, per migliorare e ripartire al meglio il prossimo anno. Primo su tutti l'aspetto psicologico, suo e della squadra. Vero che molto dipende dal calibro dei giocatori che hai, quindi sarà dovere anche della società intervenire in maniera mirata, ma un po' di mentalità e gestione delle difficoltà dovrà venire anche dall'allenatore. Troppe volte quest'anno la squadra ha perso tranquillità in momenti cruciali ( derby di ritorno, a Roma con la Lazio, dopo il gol di Arnautovic a Bologna), in seguito a eventi casuali o circostanze sfavorevoli. Per fare il salto di qualità servirà una gestione più autoritaria, che non trasformi la difficoltà in frenesia o ansia. 

Così come la gestione della rosa e dei cambi. Vero che le riserve hanno spesso toppato quando chiamate in causa, ma forse una maggiore rotazione e un maggior coinvolgimento di tutti aiuterebbe a stare sul pezzo anche chi ha il ruolo di seconde linee. Spremere i titolarissimi o non provare a cambiare qualcosa quando questi mancano ( assenza di Brozo per intenderci), può essere controproducente sia per il gioco che per l'umore del gruppo. 

Il bilancio quindi è del tutto positivo. Il prossimo anno si ripartirà da qui, magari con uno scudetto sul petto e qualche nuovo acquisto in grado di alzare ulteriormente l'asticella. 

Fabio di Iasio 

 

 

 


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